Cinema Arcobaleno chiude i battenti. Arriva l’appello di Tony Servillo
Gen 28, 2014 - Emanuela Mastrocinque
Napoli perde l‘ennesimo pezzo di Storia e Cultura. Il Cinema Arcobaleno di Via Consalvo Carelli chiude i battenti tra la rabbia e l‘incredulità dei napoletani. Domenica sera l‘ultima proiezione.. e poi portoni chiusi, saracinesche abbassate e luci spente.
Un colpo al cuore per chi è cresciuto in quel cinema, un colpo al cuore per la città di Napoli che continua a perdere pezzo dopo pezzo istituzioni culturali importanti, così come accaduto solo qualche mese fa per la storica Libreria Guida.
Una chiusura triste e repentina a cui i napoletani stentano ad abituarsi! Numerose le iniziative volte a bloccare quest’assurda chiusura, alcune di queste proposte proprio dal presidente Luigi Grispello.
A queste si somma un accorato e disperato appello lanciato da alcuni degli esponenti più importanti del panorama culturale di Napoli: “Evitiamo il depauperamento della vita sociale e culturale della nostra città”, appello firmato e sostenuto anche dal regista candidato agli oscar Paolo Sorrentino, l’attore Toni Servillo e il loro produttore Nicola Giuliano.
L’iniziativa è stata accolta calorosamente da numerosi registi e attori che hanno voluto sostenere tale campagna a favore della riapertura del Cinema Arcobaleno, tra cui Pappi Corsicato, Antonio Capuano, Angelo Curti, Igina di Napoli, Peppe Morra, Silvio Perrella, Alessandro Preziosi, Luca De Fusco, Valerio Caprara, Vincenzo M. Siniscalchi, Mario Franco, Marinella De Nigris e Paolo Macry.
Ricordiamo che il Vomero negli anni Sessanta vantava la presenza sul territorio di ben dieci sale cinematografiche. Oltre Arcobaleno, c’erano anche l’Ariston, Ideal, Colibrì, il Bernini, Abadir e Alcion, ad oggi restano attive unicamente 3 sale.
L‘assessore alla cultura Nino Daniele così commenta la questione: “Il Comune è in fase di predisposto , la crisi morde, dobbiamo stringere i denti e incoraggiare gli imprenditori ad investire nella cultura, dobbiamo sostenere progetti comuni, al di là dei bandi del Forum delle Culture che non può diventare un surrogato dell’iniziativa culturale in città. A breve incontreremo anche il ministro Bray per un piano strategico sull’anno eduardiano e sull’Istituto Italiano per gli studi filosofici, gli porremo anche la questione del vincolo di destinazione d’uso degli immobili riservati alle attività culturali. Ci vuole una grande mobilitazione intorno a questi temi: è impensabile che quando chiude un cinema poi possa essere rimpiazzato da qualcosa che non abbia nulla a che fare con la cultura“.