Confisca di 6 milioni alla camorra: dai terreni alle azienda casearie
Dic 17, 2015 - Chiara Cepollaro
Tre diversi provvedimenti hanno riguardato la confisca di beni riconducibili a noti clan camorristici, raggiungendo una somma complessiva di 6 milioni di euro. Due dei provvedimenti in questione sono stati emessi dal Tribunale di Santa Maria Capua Vetere e ad effettuare i mandati sono stati gli uomini della Dia; la prima confisca ha visto il sequestro di beni intestati a terzi, tuttavia disponibili anche alla gestione della famiglia Bidognetti. I beni erano già stati sottoposti a sequestro preventivo nel mese di giugno del 2009, nell’ambito delle indagini dirette dalla Procura della Repubblica di Napoli su Francesco Bidognetti, detto “Cicciotto e Mezzanotte”, considerato per anni la mente economica del clan. Si tratta di 3 immobili, 2 masserie con terreno e 13 terreni in provincia di Caserta; tra le confische, inoltre, anche l’azienda bufalina di Cancello Arnone, presso la quale fu ucciso Umberto Bidognetti, presumibilmente per vendicare la collaborazione con la giustizia intrapresa dal figlio.
Il secondo provvedimento riguarda, invece, una confisca che si aggira intorno al milione di euro: sono i beni di Rocco Veneziano, conosciuto come Romolo. Si tratta di una quota di un’azienda di Terni, Immobiliare colle verte srl, un terreno ed un fabbricato a Casal di Principe, già sequestrati nel 2010 dal Tribunale di Santa Maria.
Riguarda invece i beni di Francesco Lampo il terzo provvedimento di confisca; all’imprenditore edile di Trentola Ducenta, gli uomini della Dia gli hanno portato via un fabbricato e 7 appartamenti, dal complessivo valore di 2 milioni di euro. L’uomo in questione, appartenente alla famiglia dei Casalesi, fazione Zagaria, sembra sia stato particolarmente attivo nella riscossione di tangenti e reinvestimento di queste ultime.
Le confische dei beni appartenente alla camorra rappresentano l’emblema del fabbisogno di giustizia, sia effettiva che per rivendicazione sociale; tuttavia, ancor più simbolica e sana dovrebbe essere la gestione di tali beni. Senza dubbio, dovrebbe essere più efficiente la politica di gestione, attribuzione e amministrazione circa i numerosissimi beni confiscati.