CLASSIFICA FORBES – Le squadre e i calciatori più ricchi dell’anno: ecco quanto vale il Napoli
Mag 12, 2016 - Domenico Cicalese
Un’altra emozionante stagione calcistica sta per volgere al termine. Tante gioie, altrettanti rimpianti e nuove piacevoli scoperte hanno scandito i tempi di un’annata destinata a protrarsi con gli Europei di Francia e la Copa America del Centenario, eccezionalmente di scena negli USA. Il pallone prenderà la strada delle sfide tra nazionali, tra inni, mani sui cuori, e affascinanti classici dello sport. I club chiudono quindi i battenti per godersi le meritate vacanze, ma prima di farlo è necessario tirare le somme economiche anche per programmare l’imminente futuro.
Come ogni anno, l’illustre rivista statunitense incentrata sul mondo della finanza, Forbes, ha reso note le classifiche dei 20 club più ricchi e dei giocatori più pagati del globo. I primi due gradini del podio delle Società che hanno guadagnato di più (la graduatoria tiene conto del fatturato, dei risultati sportivi e del brand) sono occupati dalle due superpotenze spagnole, Real Madrid e Barcellona. Nelle prime dieci posizioni si fanno apprezzare il Man Utd, il solito Bayern Monaco e alcune realtà storiche come il Chelsea, il Liverpool e l’Arsenal. Per incontrare la prima italiana, bisogna scendere fino alla nona posizione, dove si erge la figura della Juventus. Dodicesimo è invece il Milan, in discesa insieme al Calcio Napoli (in diciannovesima piazza con i suoi 396 milioni di dollari), mentre è la Roma a fare un cospicuo passo avanti con la conquista della diciottesima posizione.
E tra i calciatori, chi è il Paperone? Con la modica cifra di 82 milioni di dollari guadagnati, Cristiano Ronaldo domina la classifica e gioca uno scherzetto al rivale di sempre Leo Messi, in seconda posizione con un ritardo di 5 milioni. Il gap tra l’argento è il bronzo è impressionante: Zlatan Ibrahimovic si accontenta di 37 milioni e di un terzo posto che, però, alla soglia dei 35 anni è una posizione di tutto rispetto. Latitano gli italiani, così come gli stranieri impegnati con il calcio nostrano, ma c’era da aspettarselo: è troppo ampio il divario tra la Serie A e il resto del continente, divario per altro tristemente riscontrabile nelle competizioni europee, dove il tricolore in pratica non riesce a sventolare.