Storia dell’isola Ferdinandea, l’isola del Re di Napoli scomparsa nel nulla
Mag 22, 2016 - Germana Squillace
“C’era una volta un’isola che adesso non c’è più”, sembrerebbe l’inizio di una favola per bambini e invece descrive una storia realmente accaduta. Era il 1831 quando nel canale di Sicilia, tra Sciacca e l’isola di Pantelleria, emerse la bocca di un vulcano sottomarino che diede vita a un’isola di forma conica con due laghetti sulfurei e una sorta di torrente che trascinava verso il mare l’acqua del cratere. Il territorio aveva una superficie di circa quattro chilometri e un’altezza di sessantacinque metri. L’isola era composta soprattutto da tefrite, materiale roccioso eruttivo facilmente erodibile. Le onde del mare, quindi, non impiegarono molto tempo prima di sbriciolarla totalmente. Nel gennaio del 1832 l’isola scomparve definitivamente. La breve vita di questo pezzo di terra non impedì, però, ai sovrani dell’epoca di rivendicare a turno la proprietà della stessa.
Il primo ad avvistare la neonata isola, il 7 luglio, fu il capitano Francesco Trifiletti della nave Gustavo che era solita fare la spola tra Malta e Milazzo. Ma, dopo meno di un mese, fu il capitano inglese Humphrey Fleming Jenhouse a rivendicarne la sovranità, in nome di Sua Maestà Britannica, battezzandola ‘Isola Graham’. In seguito si fece avanti anche la Francia, che inoltrò sul luogo una spedizione scientifica. Quest’ultima, condotta dal capitano Jean La Pierre a capo del brigantino “La Fleche”, si concluse con il posizionamento di una nuova bandiera e con l’assegnazione di un nuovo nome ‘Iulia’, deciso dai francesi in riferimento alla comparsa avvenuta nel mese di Luglio. La risposta dei Borbone non si fece attendere. Dopo poco, Ferdinando II inviò sul posto la corvetta bombardiera Etna al comando del capitano Corrao, che ribattezzò l’isola ‘Ferdinandea’. Verso la fine di Ottobre il governo borbonico informò i francesi e gli inglesi dell’accaduto sottolineando che la nuova isola era emersa in acque siciliane e che, quindi, di fatto apparteneva al Regno delle Due Sicilie. Ma, prima che i rapporti tra i tre governi potessero peggiorare, l’isola sprofondò nuovamente l’otto dicembre 1831, scomparendo definitivamente il mese successivo. Per evitare ulteriori equivoci i siciliani posero sulla superficie inabissata una targa in pietra sulla quale, ancora oggi, si legge: “Questo lembo di terra una volta isola Ferdinandea era e sarà sempre del popolo siciliano”.
Oggi l’isola si trova a circa sette metri sotto il livello del mare e viene comunemente indicata, sulle carte nautiche, come Banco Graham. Sembra che la storia, infine, abbia decretato un vincitore.
Fonti: Luigi Milanesi , “Dizionario Etimologico della Lingua Siciliana”, Milano, Mnamon, 2015
Benedetto Marzolla, “Descrizione dell’isola Ferdinandea al mezzo-giorno della Sicilia”, Napoli, 1831