La Pizzeria Brandi fa causa a Google: chiede un risarcimento milionario
Giu 23, 2016 - Domenico Ascione
Napoli – La storica pizzeria napoletana “Brandi”, famosa in tutto il mondo come “il luogo in cui la pizza è nata”, ha citato in giudizio il motore di ricerca più famoso del mondo, Google. Pietra dello scandalo una disattenzione del colosso di Mountain View che, dal 25 aprile al 5 maggio 2016, ha lasciato online un messaggio in cui si annunciava la chiusura del famoso locale. “Chiuso definitivamente”, questo l’immotivato annuncio che potrebbe venire a costare al motore di ricerca ben un milione di euro.
“Brandi” lamenta un danno all’immagine dalla considerevole ripercussione economica: oltre al più ovvio motivo di esser stati considerati fuori dal mercato senza motivo, va considerato che, per dieci giorni, turisti provenienti da tutto il mondo potrebbero aver cancellato la pizzeria dalle loro tappe, in visita per Napoli. A farsi carico della controversia l’avvocato Angelo Pisani, fondatore di Noiconsumatori.it, associazione interpellata da “Brandi”. Pisani è anche famoso per essere il legale di Diego Armando Maradona e per aver presieduto l’ottava Municipalità.
“Già al tempo degli elenchi telefonici – ha dichiarato l’avvocato in un’intervista al Corriere del Mezzogiorno – gli effetti negativi e pregiudizievoli di simili errori sono stati più volte riconosciuti e quantificati in tribunale dai giudici, e non avevano la portata del web. La cifra che chiederemo a Google in nome e per conto di uno storico emblema di Napoli qual è l’antica Pizzeria Brandi improvvisamente dato per morto è di 1 milione di euro”.
Approfittiamo dell’occasione per ricordarvi, in ogni caso, che a dispetto della targa presente all’esterno della Pizzeria Brandi la pizza con pomodoro, mozzarella e basilico era nata già almeno 80 anni prima. Il pizzaiolo di Brandi non ha fatto altro che chiamare “Margherita” una pietanza che i napoletani mangiavano già da decenni. Per leggere la vera storia della pizza clicca qui.