Antichi mestieri napoletani. ‘O Cardalana: l’artigiano a domicilio
Mag 06, 2017 - Andrea Chiara Grillo
“’O Cardalana, ‘o cardalana” – fino a trent’anni fa circa, tra le strade della città di Napoli, era questa la frase di rito urlata da un megafono montato su un’automobile.
Chi era ‘o Cardalana? E qual era la sua mansione?
‘O Cardalana, conosciuto anche come o’ materazzaro, attualmente fra le figure professionali andate in disuso, era colui che si occupava “rimettere a posto” i materassi usurati, appiattiti e poco morbidi.
‘O Cardalana, non possedendo una bottega personale, era solito essere chiamato a domicilio una volta l’anno per sistemare l’imbottitura del materasso fatto di lana o di piume o addirittura, in tempi più antichi, di foglie o di fibre vegetali.
Il lavoro veniva effettuato con l’ausilio di uno strumento chiamato scardasse – ecco perché era definito anche scardassiere – che allargava la lana e la rendeva più voluminosa e soffice.
Lo scardasse era composto da due parti chiodate, una fissa e un’altra mobile: la lana, dopo essere stata lavata e fatta asciugare, veniva adagiata sulla parte fissa e allargata con quella mobile. L’intera operazione durava qualche giorno e di certo non era un toccasana per la salute dell’artigiano dato che, battere di continuo la lana, non faceva altro che alzare un gran cumulo di polvere e peli, provocandogli una fastidiosa tosse e il “tappo al naso”.
Al materassaio toccava anche il compito di rinfilare i fiocchetti e di ricucire, da entrambi i lati, il bordo del materasso con degli aghi lunghissimi, i cosiddetti aghi saccurali.
Oggigiorno il materasso non rientra più tra i beni familiari di valore da tramandare alle generazioni future, il lavoro manuale è stato sostituito da moderni macchinari automatici che producono una gran varietà di modelli esposti in veri e propri show room del materasso.