Live Acoustic In Redazione è una rubrica settimanale che nasce con lo scopo di conoscere e far conoscere quello che il “napoletano” ci offre in termini musicali ed artistici. Questa settimana sono venuti a trovarci gli Hangarvain, band vesuviana che fa del Rock Classic il suo credo musicale, li abbiamo intervistati grazie al contributo di Federica Carbonella e ci hanno regalato un paio delle loro canzoni suonate dal vivo nella nostra redazione. Siamo felici di riportarvi il tutto.
Quando si incontra una band emergente di cui non si è sentito parlare troppo in precedenza, la prima cosa da fare ancor prima di parlare di musica, è quella di cercare di capire chi ci si trova davanti. Chi sono gli Hangarvain e come è nato questo progetto?
Potremmo raccontare molte cose sulla storia della band e sulle varie fasi che dal 2011 si sono susseguite fino a produrre la situazione attuale, ma probabilmente questo non interesserebbe a molti. Quello che ci interessa di più è dire chi sono oggi gli Hangarvain e cioè quattro musicisti e ancor di più quattro amici con una visione, un sogno comune. Per noi la band è il modo per dare voce alla nostra voglia di non arrenderci alla banalità, è lo strumento per combattere una battaglia non violenta contro l’appiattimento e l’arrendevolezza dei nostri tempi. Il rock è una speranza di cambiamento, è il pretesto per non mollare mai ed è tutto ciò che cerchiamo di rappresentare con la nostra musica. In questa speranza e volontà di combattere è sintetizzato il senso degli Hangarvain.
Allora entriamo subito nel dettaglio della musica, quali sono gli elementi essenziali del vostro sound?
Più di tutto ci interessano due cose che cerchiamo di mettere in tutte le nostre canzoni: impatto sonoro e melodie. Ci piace veramente tutta la musica e anche se abbiamo un’indole da hard rockers, crediamo molto nel blues e nel soul. Vogliamo scrivere musica che abbia sempre un’anima sincera e quindi cerchiamo le belle melodie. Ovviamente la cifra stilistica prevalente è sempre il rock e un ruolo fondamentale nel nostro sound ce l’hanno le chitarre distorte unite ad una sezione ritmica di grande impatto.
Veniamo a Best Ride Horse (Red Cat Records/Audioglobe/The Orchard), il vostro disco d’esordio appena pubblicato.
Parlare brevemente di un disco è davvero una cosa difficile, ci sono così tante cose che ci vengono in mente. Diciamo subito che l‘album è stato registrato tra marzo e ottobre 2013 al South Rock Studio di Ercolano, mixato ai Cluster Sound Studios a Cuma e masterizzato in America da Steve Corrao, chief engineer dei Sage Studios di Nashville, a dicembre 2013. Siamo veramente contenti di questo lavoro non perché crediamo sia un disco perfetto, come esordio ci sembra ovviamente migliorabile su alcune cose, ma perché rappresenta bene quello che siamo oggi ed il percorso che ci ha portato ad essere una band unita che crede in un progetto comune iniziato con questo disco e da sviluppare in futuro. Una menzione tutta speciale va fatta per la nostra etichetta, la Red Cat di Firenze, con la quale sebbene la collaborazione sia nata in una fase avanzata e cioè quando il disco era praticamente finito, ci ha dato e ci da un incredibile supporto per quanto riguarda tutto l’aspetto promozionale. Avere persone che condividono il tuo sogno e credono in te, ti da molta fiducia e coraggio per non mollare.
Il singolo di lancio del disco si intitola Get On e nel videoclip è stata coinvolta una squadra di football americano. Come è nata questa collaborazione?
Nel video ci sono scene tratte da un allenamento e da una partita della squadra di football americano dei Briganti Napoli che gioca nella serie A nazionale. L’idea è nata intanto dall’amicizia che ci lega al presidente dei Briganti, Matteo Garofalo. Il football ci piace moltissimo e la tematica del brano che incita ad andare avanti, a non mollare mai, a seguire i propri sogni e a rialzarsi ogni qual volta si cade, ci sembrava assolutamente coerente con la filosofia di questo sport. Per giocare a football ci vuole coraggio e determinazione e i ragazzi della squadra non hanno dovuto certo recitare o inventarsi nulla per realizzare le scene. Il regista Gigi Reccia ha fatto un lavoro fantastico riuscendo a creare un’incredibile armonia e continuità tra le immagini e la musica.
Nell’anno precedente l’uscita del disco, gli Hangarvain hanno raccolto già dei piccoli ma significativi successi, prima col video di Free Bird e poi con la tournè in Inghilterra. Cosa è rimasto di queste due tappe?
Free Bird è stato un po’ il nostro biglietto di presentazione l’anno scorso e siamo stati estremamente sorpresi ed anche orgogliosi che il video ed il pezzo siano andati subito così bene (Free Bird è arrivata alla posizione numero 2 della Italian Rock Chart di Reverb Nation, ndr). Quando la suoniamo live la gente se la ricorda ed è veramente emozionante, ci fa percepire l’affetto delle persone che ci seguono e ci fa capire che stiamo lavorando bene. Il concerto che abbiamo fatto a Londra a novembre scorso invece è stata una tappa fondamentale per capire chi eravamo e che potenziale avevamo: la band è tornata dall’Inghilterra unita più che mai e da quel momento abbiamo davvero lavorato come un corpo unico.
Tornando al disco, c’è un pezzo che più degli altri vi piace o al quale siete particolarmente legati?
Dovremmo dirti che ci piacciono da paura tutte e dieci le tracce e questo è sicuramente vero, ma per essere proprio sinceri in realtà c’è un pezzo che consideriamo un po’ la canzone preferita della band: la traccia numero 8, Father Shoes. Alessandro (chitarrista, ndr) ha scritto questa ballad dalla sonorità un po’ southern che ci fa veramente impazzire. In origine il brano doveva essere tutto acustico ma poi l’ultimo giorno di mix si presentò in studio con delle nuove tracce di chitarra registrate in cui suonava un riff pazzesco da far partire a metà canzone circa… Quando lo sentimmo per la prima volta ci fece veramente saltare dalla sedia, ha un impatto devastante!
Prima di salutarci diteci un po’ che progetti avete per il futuro.
In programma ci sono tantissime cose. Intanto la promozione del disco ed un bel po’ di date in giro per l’Italia tra festival estivi e club in autunno. Se le cose vanno bene dovremmo poi essere in tour in Europa prima di Natale e ovviamente speriamo che vada proprio così. Ma comunque ci sono un mucchio di altre sorprese che sveleremo nei prossimi mesi, il consiglio è quello di seguirci sulle nostre pagine social (www.facebook.com/HangarvainOfficial) per essere sempre aggiornati su tutto. Ci sarà da divertirsi e sempre nel segno del buon rock!
Ok, restiamo sintonizzati allora e intanto vi facciamo gli in bocca al lupo per il nuovo disco.
Grazie di cuore per lo spazio dedicatoci ed un saluto a tutti i lettori. Stay in tune!
Hangarvain – Get On
Hangarvain – A Life for Rock n Roll