Scritto da Laura D’Avino
Questione di qualche minuto, poi è finito tutto. Il tempo di affacciarsi al balcone, fare qualche foto a quello che, credevo, fosse solo un cielo un po’ troppo nuvoloso, poi non si è capito più niente. Tapparelle abbassate, finestre e balconi chiusi. Ma è servito a poco. L’acqua, violenta e continua, entrava in casa sospinta dalla tromba d’aria che scivolava per le strade. Le imposte dei balconi tremavano, volevano aprirsi ad ogni costo. E poi lunghi boati, mai sentiti prima, ci facevano allontanare dalle finestre, per paura che prima o poi si spalancassero.
Questione di qualche minuto, si diceva, poi è finito tutto. È continuata solo la pioggia che, imperterrita, continuava a cadere senza sosta. Poi si sono contati i danni: niente di grave, per fortuna, solo le piante distrutte, un mobile spostato al centro del balcone e la televisione fuori uso.Ma in strada l’acqua scorreva come un fiume in piena, portando con sé qualunque oggetto incontrasse, perfino un cassonetto dei rifiuti. E la pioggia continua a cadere senza tregua.
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