Catello Maresca aiuta i meno abbienti con l’associazione “Arti e mestieri”
Apr 16, 2020 - Cinzia Esposito
L’emergenza Coronavirus sta creando, tra le classi meno abbienti della nostra società, delle dinamiche complesse che possono portare alla nascita un pericoloso precedente. Lo sa bene Catello Maresca, sostituto procuratore generale di Napoli, che in un’intervista al Corriere del Mezzogiorno ha parlato dell’iniziativa che hanno portato avanti con l’associazione “Arti e mestieri”, fondata nel dicembre 2017 insieme a Rosario Bianco e Danilo Iervolino a sostegno dei giovani a rischio.
Alcuni giorni prima di Pasqua, infatti, grazie all’aiuto dei sostenitori dell’associazione i fondatori hanno fatto scorta di beni di prima necessità da distribuire a chi ne avesse maggiore necessità. Supportati da diversi volontari – alcuni di questi hanno avuto la possibilità di crearsi una nuova vita lontano dalla criminalità proprio grazie all’associazione – e, soprattutto, dai sacerdoti delle diverse parrocchie distribuite sul territorio, hanno fatto tappa nei quartieri più difficili della città.
La prima tappa è stata la parrocchia di Maria Santissima del Buon Rimedio, in via don Pino Puglisi, a Scampia. Poi Don Guanella e Pallonetto di Santa Lucia. “L’intento – spiega Maresca – è aiutare chi è in difficoltà. Ho riscontrato una grande solidarietà e questo è un buon segno”.
La preoccupazione principale, infatti, è che in un momento di grande emergenza come questo, in cui ci si sente completamente abbandonati dallo Stato e dalle istituzioni, i più bisognosi cedano alla mano tesa della criminalità organizzata.
“È molto pericoloso. Si fingono amici, facendo credere di voler dare una mano. Ma arriverà il momento in cui pretenderanno di essere ricambiati. A quel punto, chi potrà dire no?”.
In TV
Catello Maresca è stato anche protagonista, negli ultimi mesi, di due documentari in onda sul Nove. Il primo di questi racconta la cattura del superlatitante Michele Zagaria, l’ultimo dei Casalesi, scovato in un bunker a Casapesenna dopo sedici anni di ricerche.
Il secondo, invece, si occupa di due importanti operazioni: quella che portò alla cattura di Giuseppe Setola, autore della strage degli immigrati a Castel Volturno, e “Spartacus 3”, che vide più di 115 persone processate, fra cui il boss Francesco Schiavone detto Sandokan.
Fonte: Corriere del Mezzogiorno