Basta con lo SputtaNapoli, ci avete rotto. Se volessimo tenere il conto di tutti quei napoletani e non che negli ultimi anni si sono impegnati a fondo nel facile esercizio di denigrare i meridionali e in particolar modo i partenopei, faremmo davvero fatica.
Le accuse si ripetono come un disco rotto. Camorra, furti, delinquenza in genere. La città è identificata come arretrata, incivile e i suoi abitanti come diavoli tendenzialmente criminali.
Gli ultimi affondi in ordine di tempo giungono dagli esponenti politici della Lega e da un napoletano doc, il piazzaiolo Giuseppe Vesi. Salvini fa visita a Torre del Greco e nel suo mirabolante discorso di cinque minuti e mezzo riesce a offendere i presenti con un distinguo: chi fa il tifo per lui appartiene alla schiera della gente perbene, i pacifici contestatori dei lestofanti, amichetti di De Luca, vicini ai camorristi e sfaticati percettori del reddito di cittadinanza. Gli fa eco qualche ora dopo un suo simpatico compagno di partito Max Bastoni che si produce in una vecchia e stantia retorica sui meridionali. Il civile corteo è organizzato dalla camorra!
Salvini valica i confini campani per continuare il suo tour nel Mezzogiorno tra fischi e ulteriori manifestazioni di dissenso. A Milano, però, ci pensa un napoletano a rincarare la dose su quello che sarebbe l’estro innato dei napoletani a scippare “rolec”, come piace dire a Giuseppe Vesi, dai polsi dei benestanti cittadini. Nella città meneghina, invece, pare si possa gironzolare con Maserati e oggetti preziosi senza preoccupazioni. Salvo poi qualche ora dopo fare dietrofront e chiedere immancabilmente scusa. Il solito copione recitato da tutti quelli che pensano di produrre divertimento e analisi sociologiche ma poi si scontrano contro il muro dello sdegno per le parole pronunciate improvvidamente.
Ma non basta offendersi. Chi ha il potere e l’autorità per opporsi a queste condotte deve compiere i passi necessari. Non è sufficiente il comunicato del sindaco di Torre del Greco che prova a sgretolare i luoghi comuni sulla città. Occorre una querela, una formale denuncia a tutela dei cittadini torresi. E per le parole di Vesi, tanto inopportune quanto retoriche, una bella tirata d’orecchie del Comune di Napoli sarebbe auspicabile.
Non fa più sconcerto ormai che proprio dai figli della città, giungano le accuse più cattive e oltraggiose. Milano e l’intero Nord è percepito come un’area ricca e sicura. Emigrare e fare fortuna in quei posti ha il sapore di emancipazione sociale. E’ il risultato di anni e anni di propaganda colonialista finalizzata ad avvantaggiare economicamente il settentrione a danno delle terre della Bassa Italia, dipinte come luoghi di gomorra.