La pandemia e le chiusure restrittive stanno creando danni irreparabili per le palestre
Apr 12, 2021 - Carlotta Pietrafesa
A causa della pandemia tanti sono i settori che sono stati costretti alla chiusura. Tra questi, alcuni hanno dovuto sacrificarsi più di altri. Stiamo parlando del mondo dello sport cioè delle palestre e dei centri sportivi.
I provvedimenti presi prima dal premier Giuseppe Conte e successivamente dal premier Mario Draghi hanno decretato la chiusure di palestre e centri sportivi colpendo particolarmente il settore che ha subito danni irreparabili.
Nel 2020 le perdite sono state di circa 8,5 miliardi, quasi il 70%. Numeri peggiori sono attesi per il 2021, mettendo a rischio molti posti di lavoro.
Ma c’è chi prova a resistere, come Raffaele Palumbo titolare, insieme al socio Mario Volpicelli, di due palestre a Secondigliano e Casagiove.
La situazione è molto difficile. Come la state affrontando?
“La stiamo affrontando protestando e manifestando per avere risposte da parte del governo. Non siamo abbattuti ma chiaramente siamo stati abbandonati. Il nostro è un settore che oltre a portare il 3% del PIL nazionale comunque ha una fetta enorme di popolazione che lo pratica, circa un terzo degli italiani. Quindi questa chiusura sta portando un danno anche psicofisico alle persone.”
Quei periodi di riapertura come sono stati gestiti? La gente ha risposto oppure ci sono stati cali degli iscritti?
“A fine Maggio del 2020 sembrava ci fosse un ritorno alla normalità. Comunque è un periodo di calo generale quindi se parliamo di numero di persone è stato buono ma non come fatturato perché per raggiungere i costi i numeri devono essere più alti. Però comunque ci fu un entusiasmo iniziale quindi il primo trimestre giugno luglio e agosto una risposta c’è stata. Settembre è stato abbastanza in linea con gli altri anni quindi un mese importante perché comunque le persone erano invogliate a tornare o a cominciare un nuovo percorso. Purtroppo fine settembre ed inizio ottobre con l’aumento dei casi c’è stato un netto calo degli iscritti fino alla definitiva chiusura il 23 Ottobre. Quindi da Marzo 2020 ad oggi abbiamo potuto lavorare solo Settembre 2020.”
Per quanto riguarda i sostegni da parte dello Stato quanto è stato stanziato e come sono andate le cose realmente?
“Gli aiuti con il governo Conte ci sono stati ma comunque parliamo del 40, 50% dei costi fissi ogni mese quindi la restante parte veniva dal nostro patrimonio personale. Invece con il governo Draghi ancora non c’è stato alcun sostegno finanziario. Dunque l’ultimo ristoro è stato a fine Novembre e poi non abbiamo avuto più alcun aiuto da parte del governo.”
Dunque c’è stato un cambiamento della situazione con l’arrivo del premier Draghi?
“Con il governo Draghi la situazione è peggiorata. Almeno prima c’era un ministro allo sport con questo nuovo governo è completamente venuta a mancare questa figura. A rappresentare il settore è Valentina Vezzali, ex campionessa di scherma, una grande atleta, la quale ha una delega allo sport che però non ha fatto ancora niente per la nostra categoria. ”
Vi sentite giustamente rappresentati per far valere il vostro punto di vista e far sentire la vostra voce?
“Non siamo rappresentati. La colpa è anche di non avere un vero e proprio sindacato unito. Negli anni le palestre si sono fatte talmente tanta guerra, soprattutto sui prezzi, che si sono disunite e adesso stiamo capendo invece l’importanza dell’unione e di avere associazioni che non siano fine a sé stesse. In Italia però serve anche avere conoscenze perché facciamo tante riunioni online con vertici di alcuni partiti politici che segnano tutto sui loro taccuini senza però fare nulla di concreto, quindi noi non ci sentiamo rappresentanti e questo fa capire ancora di più il bisogno di un ministro dello sport.”
Credi che fondamentalmente non si capisca l’importanza dello sport in questa situazione e dei benefici che porterebbe alle persone?
“Dopo tanti anni che sto in questo settore abbiamo provato in tutti i modi a cercare di portare l’attività fisica come stile di vita. Noto che non c’è una competenza né voglia da parte del nostro governo di fare una comunicazione giusta sui benefici dello sport. Questo è un errore perché basta guardare gli altri governi anche europei tipo la Germania o l’Inghilterra quanto valore danno a questi settori. Per non parlare degli Stati Uniti che incentiva fortemente i cittadini a praticare uno sport cominciando già nelle scuole e nei college. Basti pensare alla frase “Mens sana in corpore sano” per capire l’impatto positivo che l’attività fisica ha sul corpo ma soprattutto sul nostro cervello.”
Pensi che quando ci sarà una futura riapertura gli iscritti ci saranno? Le persone avranno la spinta di venire in palestra oppure si è creato troppo il mito dello “Sport casalingo” ?
“Sono convinto che la gente tornerà a fare attività fisica nelle palestre e nei centri sportivi. Sicuramente inizialmente non ci sarà l’ondata classica e questo dipenderà anche molto dalla comunicazione che il governo darà. Ci saranno limitazioni perché questo virus ci ha segnati e segnerà tanto perché nel nostro campo ha cambiato parecchio. Per quanto riguarda l’allenamento casalingo ha avuto un boom giustamente, tanti miei colleghi lo hanno portato avanti perché era un modo di dare un continuità ma non è la stessa cosa e non lo sarà mai. Già nella seconda ondata c’è stata un po’ di pigrizia generale perché gli allenamenti sono ovviamente limitati. Chi è abituato a fare palestra tornerà e chi ha iniziato il lavoro a casa ad un certo punto ce lo ritroveremo in palestra quindi su questo sono molto fiducioso. Ma grossa parte la farà come il governo deciderà di comunicare con i cittadini. ”