Torre Caselli, salotto letterario abbandonato da Napoli: fu la villa del pittore Bertè
Mag 08, 2021 - Serena Palumbo
Torre Caselli è una villa situata a Napoli, nella zona dei Colli Aminei, dal passato illustre e dal presente incurante. L’origine di Torre Caselli è da ricondurre alla famiglia che nel ‘700 le ha dato il nome: i Caselli, Marchesi cosentini migrati a Napoli.
Per quanto la sua origine sia senz’altro nobiliare, Torre Caselli iniziò a risplendere tra il panorama artistico e culturale partenopeo solo a partire dal 1968. Ben 53 anni fa, infatti, il pittore e giornalista Antonio Bertè si innamorò della villa e insieme alla moglie decisero di proporsi come affittuari agli eredi della famiglia nobiliare. I Caselli accettarono la proposta di fitto e così l’affascinante casa divenne la dimora dei Bertè, ma non solo. Antonio Bertè adibì un’area della dimora con il proprio studio artistico. Ma anche la moglie, Livia Langella, realizzò il suo sogno proprio tra le mura di questa storica abitazione: qui aprì una scuola privata, materna ed elementare, chiamandola “Apollo 11” in onore dello sbarco dell’uomo sulla luna.
Insomma i coniugi Bertè diedero vita alla villa, tra istruzione e arte. Ma ciò per cui ancora oggi Torre Caselli è ricordata sono i salotti letterari e artistici che Antonio Bertè organizzava tra le stanze dell’edificio. Essendosi laureato in Lettere classiche ebbe una significativa intesa, consolidata negli anni con una forte amicizia, con Giuseppe Ungaretti, che pare abbia più volte fatto visita alla dimora dei Colli Aminei.
Ma l’ingresso di Torre Caselli è stato oltrepassato da tantissimi nomi illustri, soprattutto tra gli anni 70 e 80, quando il pittore divenne internazionalmente famoso. E proprio in questo lasso di tempo passarono per la soprannominata “Villa Bertè” letterati e artisti, come: Giorgio De Chirico e Roberto Murolo. Nonostante il forte amore per quella casa, la famiglia Bertè traslocò dopo il terremoto del 1980.
Da allora la sua facciata rossa ha iniziato a sbiadirsi, fino a che le sue mura sono diventate pericolanti. A oggi giace ancora lì tra gli sguardi rammaricati dei cittadini e l’incuria dei suoi eredi, vittima del tempo e di vandalismi di ogni tipo. Uno spazio di aggregazione collettiva, tra letteratura, arte, musica, giornalismo e bambini vogliosi di imparare, dimenticato da chi avrebbe dovuto valorizzarlo dopo un trascorso così significativo
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