L’eccellenza a Napoli, Ascierto trionfa: è tra gli scienziati più influenti al mondo


Si è distinto per la sua intuizione nella battaglia contro il covid e da anni rappresenta un punto di riferimento nella ricerca e cura dei tumori: si tratta del dottor Paolo Antonio Ascierto, oncologo del Pascale di Napoli, che ha raggiunto un altro grande traguardo, entrando a far parte della cerchia degli scienziati più influenti al mondo incoronati dall’H-index di Scopus, il prestigioso database mondiale.

Napoli, Ascierto tra gli scienziati più influenti al mondo per Scopus

L’H-index di Scopus è uno degli indici più significativi per quantificare l’autorevolezza e l’influenza di un determinato specialista. Il punteggio si ottiene combinando diversi fattori, dal numero di pubblicazioni effettuate a quello delle citazioni ricevute.

Il professor Ascierto ha appena raggiunto la soglia del 100, un risultato che lo pone tra gli esperti più influenti al mondo in campo medico. Un dato che non fa altro che confermare il ruolo di prestigio che il noto oncologo riveste in ambito professionale.

Di recente, già la Stanford University lo ha collocato tra gli scienziati più autorevoli a livello mondiale e ancor prima l’EMA, Agenzia Europea per i Medicinali, aveva approvato la sua efficace cura contro il Covid. Non da meno il suo lodevole contributo nella ricerca oncologica che lo ha posto a capo di uno studio internazionale.

Sono arrivato a 100 h-index! E mentre lo leggo sul sito di Scopus piango di felicità perché dietro ad ogni punto di questo indice con cui noi ricercatori veniamo giudicati per numero di pubblicazioni, che poi significa studi, ricerche, sperimentazioni, e quindi pazienti e vite umane per cui ci si batte ogni giorno, ci sono anni di sacrifici immani. Tra questi il sacrificio più grande: aver spesso dirottato il bene verso la grande passione per la ricerca” – ha scritto sui social il dottor Ascierto annunciando il traguardo raggiunto.

“100. Non sono il primo, tanti altri ricercatori bravi più di me lo hanno raggiunto prima questo traguardo. Di certo non sarò l’ultimo. Un traguardo che voglio dedicare a tutti i miei ragazzi. Quelli che mi seguono da anni, quelli che sono passati durante il corso dei propri studi, quelli che hanno avuto meritate promozioni, quelli che sono andati a lavorare in altre istituzioni italiane o estere”.

Una dedica speciale ovviamente non posso non farla al mio istituto, il Pascale. Sono 32 anni che vivo la mia vita di ricercatore in questo istituto ed è qui che è stato costruito ogni singolo punto dei 100 del mio H-index. Sono contento, ma questo non è un traguardo finale, è solo il traguardo del gran premio della montagna (ciclisticamente parlando). Quel traguardo che serve da sprone per raggiungere il traguardo finale: superarsi sempre di più per il bene dei nostri pazienti. Ad maiora ragazzi e complimenti a tutti noi”.


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