VIDEO/ Da Pechino a Riyadh, è ancora ‘Super vergogna’: Rapuano come Mazzoleni


La finale di Supercoppa Italiana tra Napoli e Inter è stata macchiata indelebilmente da un arbitraggio controverso di Rapuano che ha sollevato polemiche e indignazione. Gli episodi chiave riguardano inevitabilmente l’espulsione di Giovanni Simeone, che ha condizionato l’ultima mezz’ora di gioco e probabilmente anche il risultato finale, rovinando una partita fino a quel momento dura ma corretta.

Due cartellini gialli estratti nel giro di 5′ che hanno costretto gli azzurri ad un’inferiorità numerica risultata poi decisiva nei minuti di recupero, quando Lautaro Martinez ha siglato il gol vittoria che ha consegnato il trofeo ai nerazzurri.

Se la seconda sanzione per l’argentino appare ineccepibile, è la prima ad aver destato le maggiori proteste da parte dei tesserati partenopei, soprattutto dell’allenatore Walter Mazzarri, che ha chiaramente urlato dalla panchina tutta la sua rabbia con un “È peggio di Pechino” diventato il manifesto della serata a tinte fosche vissuta a Riyadh. Un richiamo alla memoria di quanto accadde in Cina nella Supercoppa del 2012, persa ai supplementari dal Napoli contro la Juventus dopo essere rimasto in 9 per due espulsioni (Pandev e Zuniga) comminate da Mazzoleni di cui le spiegazioni torbide sono ancora custodite nelle segrete stanze del palazzo.

Quella che fu definita la ‘Super vergogna‘ si è riproposta amaramente ieri sera: Rapuano nel primo tempo ha concesso all’interista Hakan Calhanoglu la libertà di commettere due falli durissimi (su Zerbin al 4′ e su Lobotka al 27′), salvo poi ammonirlo proprio allo scadere della frazione per un terzo intervento ingiustificabile sul martoriato Khvicha Kvaratskhelia. Per la cronaca, il turco ha disputato l’intera partita.

Metro arbitrale comunemente definito all’inglese, quello adottato nei primi 45′, diametralmente opposto rispetto a quello usato nella ripresa, in particolare con il Cholito Simeone, ammonito al 55′ per una trattenuta che trattenuta non era, e poi espulso al 60′ per un fallo, quello sì, da giallo su Acerbi, ma che si poteva sanzionare anche solo verbalmente dato il cartellino ricevuto pochi istanti prima, considerandola semplicemente un’entrata di gioco non volta a fare male (era braccato da tre uomini in fase di protezione palla), come invece sono apparsi gli interventi rimasti impuniti del numero 20 nerazzurro.

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Al 4′ Calhanoglu con una mossa di arti marziali aggancia da dietro con entrambe le gambe il malcapitato Zerbin: nessun cartellino.

All’11’ Kvaratskhelia calcia una punizione dal limite, respinta con il braccio da Thuram: il braccio è attaccato al corpo, ma siamo sicuri che il movimento a spingere la palla fuori del nerazzurro sia legale?

Al 27′ il turco a centrocampo sgambetta con un intervento decisamente pericoloso Stanislav Lobotka. La sua espressione al momento del fallo è eloquente: capisce di averla fatta grossa e aspetta solo di essere ammonito. Salvo anche questa volta.

Al 44′ Calhanoglu entra da dietro su Kvaratskhelia con un intervento che la regia incredibilmente si perde in diretta, salvo poi rimediare parzialmente con un replay distratto. Questa volta Rapuano non può proprio trattenere il cartellino in tasca.

Al 55′ il primo giallo a Simeone: trattenuta lievissima al braccio di Calhanoglu, che in quella posizione di campo non avrebbe potuto fare nulla. Davanti aveva addirittura due giocatori del Napoli e si trovava a ridosso della propria area.

Al 60′ l’espulsione del Cholito: controlla male la palla e, stretto nella gabbia di maglie nerazzurre, interviene in ritardo su Acerbi. Il giallo ci sta, anche se il contatto non è netto come il difensore dell’Inter lascia intendere rotolandosi a terra. Rapuano dimentica i falli del primo tempo rimasti impuniti ed estrae il rosso, peraltro ‘suggeritogli‘ da calciatori e quarto uomo.


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