Bruno Ranieri a Turris Live: “Sono stato l’unico a mettere d’accordo corallini e oplontini. Strino è stato un grande uomo”
Apr 03, 2024 - Michele Massa
Le parole di Bruno Ranieri a Turris Live
Durante la trentaduesima puntata di Turris Live (il programma di Vesuvio Live dedicato al mondo corallino presentato da Michele Massa e Stefano Esposito e che va in onda ogni lunedì alle ore 20:30 sui nostri canali social) tra gli ospiti della trasmissione abbiamo avuto il piacere di fare una chiacchierata con uno dei calciatori più amati nella storia della Turris, il calciatore Bruno Ranieri. Bandiera corallina a fine anni settanta è diventato rapidamente uno dei calciatori più amati dai tifosi.
Le parole di Bruno Ranieri a Turris Live
Il commento sulla Turris dei giorni nostri: “Sì, la Turris la seguo da sempre, anche dopo il mio addio nel ’78 ho voluto seguire attentamente i corallini. Mi dispiaceva qualche anno fa quando stava in categoria inferiori ma da qualche anno fortunatamente è stabilmente in C. Quest’anno aveva cominciato molto bene con Caneo, poi c’è stato un periodo di flessione portando la Turris in una situazione scomoda e non veritiera, visto anche l’organico, ma con Menichini le cose vanno meglio e questo è l’importante. La salvezza per me è alla portata”.
L’arrivo a Torre del Greco e i ricordi della maglia corallina
Il ricordo dell’arrivo a Torre del Greco e i due anni corallini: “Sono stati due anni stupendi. Io prima dei corallini ero stato alla Reggina e al Napoli, ero stato riscattato dai calabresi, ma non volevo tornarci perché avevo litigato con il direttore sportivo e avevo chiesto la cessione ad un club campano. Andai alla Casertana, dove giocai tre anni e conobbi mia moglie, poi sono passato alla Pistoiese, sembrava tutto fatto, ma arrivò una telefonata dalla Turris, loro mi volevano fortemente ed io ero felice di andare a Torre del Greco per una serie di motivi. Due anni stupendi con un pubblico meraviglioso e due buoni campionati con Sacchella e Volpi. Avevamo un grande gruppo, eravamo tutti amici sia in campo che fuori. Il presidente Gaglione poi non ci faceva mancare nulla, sia a livello monetario che morale. All’epoca scrivevano che ero riuscito a mettere d’accordo i corallini ed gli oplontini, mi fa piacere essere stato da idolo per tanti”.
Il toccante ricordo della sua maglia, tenuta con cura dopo oltre 40 anni: “La mia maglia numero quattro, questa maglia contiene il mio cuore per la Turris, ce l’ho dal 1977. Erano le maglie di lana, non quelle da fighetti che si usano oggi. Quando le sudavi pesavano tre kili in più. Il primo ricordo che mi viene in mente quando guardo questa maglia è quello della tifoseria, era splendida, erano sempre vicini. Noi poi vivevamo in città, avevamo un rapporto speciale con i tifosi, ci volevano bene perché avevano capito che fuori dal campo eravamo persone come loro. Io dico sempre che chiunque può criticarmi per come giocavo a calcio, bene o male, a me interessava poco quel giudizio perché io rispettavo i tifosi, loro vengono allo stadio e possono criticare. Ho avuto dimostrazione che i torresi mi hanno voluto bene sia in campo ma soprattutto fuori. Mi fermavo sempre con loro per strada, mi piaceva parlare con loro o confrontarmi”.
Il segreto dello spogliatoio unito e il ricordo di Vincenzo Strino
Qual era il vostro segreto?: “In campo mostravamo l’amicizia che c’era. Stavamo sempre assieme, pranzavamo assieme, vivevamo assieme, stavamo con le nostre mogli tutti nella stessa palazzina sul lungomare. Non c’erano mai screzi, festeggiavamo sempre assieme, compleanni, anniversari. Questa era il nostro segreto in campo, eravamo tutti uniti”.
Il ricordo di Vincenzo Strino: “Lui era di Torre del Greco, quindi non viveva con noi in quella palazzina ma con Vincenzo dividevo la stanza nelle trasferte, stavamo sempre assieme. Il sabato sera poi non riuscivamo mai a dormire, stavamo svegli fino all’alba a giocare a carte. Poi in campo eravamo sempre pronti, lui aveva una forma fisica incredibile, io avevo la cazzimma. Vincenzo ce l’avrò sempre con me, Quando ho saputo della sua malattia ci sono rimasto malissimo, tutt’oggi mi sento con i suoi parenti. Vincenzo è stato un grande uomo, un personaggio che Torre del Greco dovrebbe dedicargli lo stadio.