Brucia vivo il cane e cerca di dare fuoco alla casa, l’orrore nel Napoletano: Junior è morto


Un vero e proprio dramma si è consumato ad Ischia, in provincia di Napoli, dove un cane è morto, bruciato vivo, nell’appartamento del suo padrone. A denunciare l’accaduto è stato il deputato Francesco Emilio Borrelli.

Ischia, cane morto bruciato vivo: cosa è successo

Una vicenda orribile e allo stesso tempo triste che ha interrotto tragicamente la vita di Junior, il cane dato alle fiamme fino al sopraggiungere della morte. A provocare il rogo non sarebbe stato il suo padrone, che come raccontano in molti era molto affezionato al suo animale, ma dalla sorella con la quale condivideva l’appartamento.

La donna, purtroppo, soffrirebbe di problemi psichiatrici e avrebbe compiuto il gesto proprio in un momento di poca lucidità mentale. Pare che abbia cosparso l’abitazione di liquido infiammabile, rischiando di dare fuoco a tutta la casa, versandolo anche sul corpo di Junion e di un altro cane che viveva lì.

Per Junior non c’è stato nulla da fare mentre l’altro animale miracolosamente, nonostante le ferite da ustione riportate, è riuscito a salvarsi. La salma del cane deceduto sarà portata al cimitero degli animali di Qualiano. Soltanto lo scorso gennaio un simile episodio si è verificato a Palermo dove Aron è stato legato ad un palo e dato alle fiamme dal suo padrone.

“Ancora una volta un animale è vittima innocente. Qui ovviamente parliamo di un caso molto particolare, di una donna problematica la quale, come spiegatoci dai familiari, non è stata attentamente monitorata, cosa gravissima. Ne parleremo con il direttore dell’Asl che deve fare una verifica interna su come è stata gestita la vicenda” – ha commentato il deputato Francesco Emilio Borrelli.

“I maltrattamenti, le sevizie, le torture e gli orrori sugli animali sono, purtroppo, non un incubo ma una realtà che ancora si finge di non vedere. Le attuali norme sono assolutamente inadeguate ed insufficienti a tutelare gli animali, la legge 189 è una barzelletta, nessuno finisce davvero in carcere. Più che leggi sembrano contentini dati a chi difende i diritti degli animali. Ora non ci accontentiamo più della carta che neanche canta, vogliamo azioni forti e concrete” – ha concluso.


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