Capriola: “No a commenti catastrofici”. Ma così la Turris sparirà tra 40 giorni esatti

Ettore Capriola al Vigorito di Benevento (Foto di Salvatore Varo)


Ettore Capriola si è presentato ieri sera sugli spalti del Vigorito per assistere a Benevento-Turris. Il dirigente corallino, al centro di un vortice di polemiche senza precedenti, ha seguito da vicino la squadra di Conte dopo un turno di riposo, nel quale ha preferito recarsi allo stadio Olimpico per guardare dal vivo la partita della sua squadra del cuore, la Roma.

Nelle ore precedenti, a margine di un comunicato su trattative reali e ipotetiche, saltate o ancora in corso, Capriola ha rappresentato l’esigenza di chiedere ai ‘veri tifosi della Turris, per il bene della squadra, di non amplificare commenti catastrofici che non aiutano a mantenere la necessaria tranquillità per superare questo particolare momento’.

Un esercizio già visto nei mesi precedenti, nel quale si prova ancora una volta a rimandare al mittente tutta la tensione e le responsabilità, per scansare poi con un saltello il reale problema. Ieri è arrivato il deferimento ufficiale da parte della FIGC,  che ha anticipato i 4 punti di penalizzazione che si andranno ad aggiungere a quello ricevuto ad ottobre.

Turris, spettro radiazione dalla Serie C: se non pagherà i debiti il 16 dicembre sarà fuori dal campionato

Nel provvedimento, alla società è stata imputata anche una dichiarazione attestante circostanze non veridiche‘, che tradotto vuol dire aver attestato il falso.

Capriola, che sostiene di aver evitato al club ‘la certa scomparsa nel giugno 2024‘, fatto del quale non si avrà mai controprova certa, parla di voler solo il recupero parziale delle somme investite per salvare la Turris‘.

Dopo aver raccontato a piazza e dirigenza, decurtata nel silenzio di altri uomini cardine nelle ultime ore, di aver pagato i contributi Inps e Irpef relativi alle mensilità di luglio e agosto, sottolinea come nel recente passato Torre del Greco per colpa di chiacchiere da bar e altre dicerieabbia subito danni pesantissimi‘.

Allo stato attuale, il dato incontrovertibile ha assunto contorni tragici: entro il 16 dicembre se la Turris non dovesse riuscire a pagare i contributi pregressi non saldati e quelli di settembre e ottobre, oltre alle relative mensilità per un totale di centinaia di migliaia di euro, sarà estromessa dal campionato.

Una radiazione che costringerebbe l’anno prossimo ad una ripartenza quantomeno dall’Eccellenza ed aprirebbe una ferita profonda e sanguinante nel cuore della città ad 80 anni esatti dalla fondazione di quella che per i tifosi più che una squadra è una seconda mamma.

Tra 40 giorni esatti gli uomini allenati da Conte, encomiabili per atteggiamento e attaccamento alla maglia, rischieranno seriamente di giocare la loro ultima partita, al Liguori contro il Crotone.

I calciatori, vittime al pari della piazza di questa controversa gestione, hanno preso le distanze anche pubblicamente da Capriola, a cui sarebbe stato addirittura vietato l’ingresso all’interno dello spogliatoio.

La catastrofe di cui non si può parlare per non destabilizzare non si sa bene cosa è alle porte. Eppure ufficialmente il problema appare ciò che si racconta ai tavolini dei bar o sulle pagine dei primi nemici: la stampa locale.

La luce del famigerato ultimo minuto dell’ultima giornata, momento in cui la Turris si sarebbe dovuta salvare, è sempre più lontana e fioca. Per mantenerla accesa e viva la soluzione è solo una e la conoscono tutti, nessuno escluso. Il tempo della calma è finito: è arrivato il momento di agire per evitare che un incubo si trasformi in uno tsunami.


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