VIDEO/ Disastro a Calenzano (Firenze): esplode fabbrica Eni, tra i dispersi c’è un napoletano


Un bilancio drammatico, che potrebbe aggravarsi ulteriormente. Sono due le vittime confermate nell’esplosione avvenuta presso il deposito Eni di Calenzano, in provincia di Firenze. Tre persone risultano disperse e le squadre di soccorso proseguono incessantemente le ricerche da lunedì mattina. Al momento, nessuno è in grado di stabilire se i dispersi siano deceduti o se ci siano ancora speranze di trovarli vivi. Attualmente, si contano nove feriti.

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Le due vittime e i tre dispersi sono tutti lavoratori italiani. Come riportato dal Corriere, esiste un elenco di persone di cui si è persa traccia, ma non si sa ancora chi siano le vittime e chi invece i dispersi. I corpi ritrovati non sono stati ancora identificati. Nella lista figurano il nome di un operaio di Catania di 57 anni, di un lavoratore di Napoli di 62 anni, di un operaio di 49 anni originario della provincia di Novara, di un lavoratore di 45 anni nato in Germania ma con origini italiane e infine di un operaio di 45 anni nato a Matera. Tutti erano al volante delle autocisterne.

«L’esplosione si è verificata sotto una pensilina mentre si effettuava il rifornimento delle autocisterne. Il procuratore Tescaroli, che ringrazio, ha subito coordinato con grande rapidità le indagini e i sopralluoghi. Attualmente, i dati parlano di due vittime, tre dispersi e nove feriti. Non tutti i feriti sono necessariamente il risultato diretto dell’esplosione, poiché ci sono anche persone ricoverate per traumi cranici causati dallo spostamento d’aria nell’area circostante. Le persone decedute si trovavano nella pensilina con le autocisterne». Così ha dichiarato il presidente della Regione Toscana, Eugenio Giani, conversando con i giornalisti all’esterno dell’area Eni di Calenzano.

Dmitrij Palagi, capogruppo di Sinistra Progetto Comune, sottolinea in una nota che «in un’intervista del 2020, Medicina Democratica e La Città Invisibile avevano evidenziato i rischi» associati al sito Eni di Calenzano. Maurizio Marchi, rappresentante di Medicina Democratica, ha affermato che i «principali rischi sono, a mio avviso, di quattro categorie: incidenti catastrofici (esplosioni, anche in cascata, incendi); sversamenti silenziosi e prolungati; l’impatto sulla salute dei lavoratori e degli abitanti nelle vicinanze degli impianti; e i consumi di petrolio diffusi sulle strade».

«Negli ultimi anni – prosegue Palagi – questa realtà ha organizzato all’Info point due eventi significativi riguardo alle stragi nei luoghi di lavoro e alle malattie professionali. In attesa di dettagli e informazioni, riteniamo fondamentale evitare in ogni modo la retorica della fatalità». Palagi afferma inoltre che «il 2024 aveva già segnato il nostro territorio con il cantiere di via Mariti, aggiungendo ulteriore dolore a una comunità già provata da licenziamenti, alluvioni e altre tragedie. Disorientamento e rabbia devono trovare risposte dalla politica. La capacità di incidere sulla realtà – conclude Palagi – richiede tempistiche appropriate: la tempestività non deve essere guidata dalla frenesia delle piattaforme digitali, ma non può neanche ignorare la gravità dei fatti con un atteggiamento di sostanziale inerzia».


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