Terme di Nettuno: fascino e benessere dall’antichità ai giorni nostri
Nov 23, 2014 - Elisabetta Cardone
Pozzuoli, cittadina ricca di interessanti reperti archeologici, è un luogo unico al mondo, in epoca romana il primo porto del Mediterraneo, che intreccia in sé suggestioni storiche con un palcoscenico vulcanico che ha dato vita a miti e leggende. Il primo esempio ci viene dal Tempio di Serapide (in realtà il Macellum, grande mercato pubblico – ndr), uno dei più noti monumenti cittadini le cui rovine in passato finirono sott’acqua, sommerse a causa dello sprofondamento del suolo, poi successivamente sono riemerse, purtroppo segnate indelebilmente dalle tracce del mare per via di alcune specie di molluschi perforatrici della pietra che le avevano colonizzate nel periodo della sommersione. Tutt’intorno a questa area magica, i Campi Flegrei, così chiamati proprio perché ritenuti “campi ardenti” dai Greci, sono famosi anche grazie alla famosissima Solfatara, molto visitata dai turisti durante tutto l’anno; in questo celebre cratere di forma ellittica, il fenomeno del vulcanesimo residuo è molto ben visibile e si esprime tutt’oggi tramite decine e decine di vulcanelli ribollenti di fango e vapore: uno scenario affascinante che ha ispirato la sceneggiatura di molto poeti e scrittori, che hanno dato vita al mondo degli Inferi e dell’aldilà; anche il grande Totò si lasciò attrarre da questi spettacoli ivi girando uno dei suoi film cult: 47 il morto che parla.
L’antica Puteoli, città romana della Campania, ospita uno dei più grandi e importanti complessi termali che sorge nei pressi dell’Anfiteatro maggiore. Il sito archeologico del posto più caratteristico e ricco di fascino storico è conosciuto con il nome de Le Terme di Nettuno, divinità romana (in latino Neptunus – ndr), dio delle acque correnti e solo dopo il 399 d.C. divenne anche il dio del mare e dei terremoti; Poseidone, in lingua greca, ha per simbolo il tipico tridente, strumento che consentiva alla divinità di ‘rimestare’ le onde e causare l’agitarsi del mare, dando vita quindi a tempeste e maremoti: proprio per questo motivo i marinai e i viaggiatori lo veneravano molto per assicurarsi ‘bel tempo’ e una ‘pesca abbondante’.
I resti visibili delle meravigliose Terme di Nettuno sono pertinenti agli ambienti del frigidarium (così chiamato perché conteneva acqua termale fredda – ndr) e alla sua parte posteriore. Tutta l’area destinata ad accogliere gli ambienti ‘freddi’ era impreziosita da un’abside centrale scandita con ritmo da archi e nicchie, mentre le sale, tutte realizzate in laterizio e tufo giallo, disposte ai lati, predisponevano volte a crociera o a botte. La zona denominata calidarium (sale che contenevano vapore e acqua calda – ndr) era invece posta più in basso, oggi del tutto obliterata da palazzi moderni; tutto il complesso termale doveva in realtà apparire come un imponente edificio scenografico visibile dal mare, realizzato nel II sec. d.C. e utilizzato sino al IV sec. d.C.
Proprio le Terme di Nettuno si annoverano tra le più rinomate della regione Campania e Pozzuoli è famosa per via delle sue numerose sorgenti benefiche. Le Terme, che si trovano nelle vicinanze dell’Anfiteatro, nella proprietà privata Lubrano, offrono agli occhi dell’osservatore uno spettacolo scenografico senza pari, articolato in più livelli che affacciano prospicienti sul mare. Lo schema dell’impianto termale è quello classico, ovvero calidarium-tepidarum-frigidarium per permettere ai cittadini romani che si bagnavano nelle acque, di abituarsi gradualmente al vario cambiamento di temperatura. Sin dall’antichità i Romani ritenevano che le acque termali avevano importanti effetti benefici sull’organismo dell’essere umano, aiutavano le vie respiratorie, prevenivano malattie e davano risultati sorprendenti sull’aspetto della pelle, resa liscia e setosa, grazie alle proprietà naturali dello zolfo, elemento chimico contenuto nei fumi dei vapori e nei fanghi delle terme. Infatti ancora oggi nella terra puteolana, vi sono parecchi Centri benessere e Terme private aperte al pubblico, in quanto Pozzuoli è ricca di fonti e sorgenti naturali: le acque (sono principalmente acque bicarbonato-calciche, salse, solfate e alcalino-terrose – ndr) in questi centri sgorgano a una temperatura che sfiora i 52° C e vengono usate per scopi terapeutici abbinate alle terre vulcaniche estratte dal sottosuolo, cariche d’argilla e minerali. Sono disponibili vari trattamenti, tra cui aerosol, bagni terapeutici, inalazioni caldo-umide e bagni di fieno; saune e bagni turchi completano i cicli con prodotti cosmetici naturali per la cura della pelle assieme a programmi remise en forme che prevedono massoterapia, fitness ed esercizi antistress. Inoltre le acque termali vengono adoperate per curare le malattie epatiche, renali, dell’apparato locomotore e respiratorio; sono indicate dai medici anche per problemi concernenti patologie reumatiche, ginecologiche e affezioni cutanee.
Per quanto riguarda il patrimonio archeologico oggi fruibile dal pubblico, Le Terme di Nettuno, si presentano ancora fortunatamente in un discreto stato di conservazione; difficilmente visitabile è il praefurnia, l’ambiente destinato al riscaldamento dell’acqua e dell’aria, inglobati oggi all’interno di via Pergolesi, 102. Il notevole dislivello tra questi resti e quelli in via Terracciano designano quanto doveva essere enorme e imponente l’intero complesso termale, articolato su terrazzamenti differenti con salti di quota esistenti tra le terrazze su cui erano disposti gli ambienti.
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Bibliografia:
Caputo – Pugliese, La via delle terme: itinerari dell’area flegrea dall’antichità ad oggi, Napoli, Pironti 1997, pag. 33 – ss.