Lukaku: “Napoli fantastica per la mia famiglia. Su Conte ho due aneddoti”

Lukaku, intervista a Radio CRC sul suo momento al Napoli


A Radio CRC, emittente partner della SSC Napoli, è intervenuto in esclusiva Romelu Lukaku, attaccante del Napoli. Ecco le sue parole:

Lukaku a Radio CRC: “Appena arrivato a Napoli, Conte mi disse ‘è arrivato il momento di fare qualcosa di buono'”

Cosa rappresenta Napoli per me? Un ambiente magnifico sia per me che per la mia famiglia, trovarsi in una città dove la squadra è amata dalla comunità: mi sto godendo molto il tempo con i miei compagni e con chi mi offre suggerimenti per vivere al meglio questa splendida città.

Inoltre, i risultati ci aiutano, stiamo giocando bene e la classifica lo dimostra. Tutto questo è fondamentale per la mia carriera, si cerca stabilità e qui la mia famiglia si trova a suo agio”.

I miei idoli?Didier Drogba, Ronaldo, Thierry Henry, Adriano e Nicolas Anelka: da ciascuno di loro ho cercato di imparare qualcosa, da bambino guardavo molto calcio e cercavo i loro gol, per fortuna ho potuto giocare con due di questi cinque, un altro è stato il mio allenatore in Nazionale. Ho anche avuto modo di parlare con Adriano, mi manca solo Ronaldo“.

La Serie A si sta avvicinando alla Premier League, ho trascorso nove anni in Inghilterra e ora sono al quinto anno in Italia: devo essere onesto, dobbiamo considerare i risultati delle squadre italiane nelle competizioni europee, la Fiorentina è arrivata due volte in finale di Conference League, la Roma l’ha vinta, l’Atalanta ha vinto l’Europa League e l’Inter è arrivata in finale di Champions League.

Senza dimenticare l’Europeo vinto dall’Italia nel 2021 o il Napoli che ha raggiunto i quarti di Champions. Questi fatti dicono molto, la differenza è economica perché lì investono molto, ma se guardiamo al campo, penso che tutte le squadre italiane possono competere con quelle della Premier.

So cosa può succedere in campo, la differenza tra i campionati è che qui siamo tatticamente molto più evoluti e lì gli arbitri intervengono meno”.

Antonio Conte? “Tutti conoscono il suo valore come allenatore e persona, sia dentro che fuori dal campo.

So di potermi aprire anche a livello personale, lui mi comprende e conosce i sacrifici che faccio per il calcio: posso spiegargli come mi sento, la sua mentalità e il suo modo di vivere il calcio sono perfetti per me.

È sempre attento ai dettagli, cura ogni movimento, ogni azione difensiva e offensiva. Siamo così preparati che non si può sbagliare, questa responsabilità mi piace e lui è un allenatore che migliora ogni giocatore. Questo ti rende un vincente“.

Un aneddoto? “Ce ne sono due: quando sono arrivato all’Inter, durante un allenamento saltammo un giro di corsa. Mi chiamò nel suo ufficio, mi disse che se l’avessi rifatto sarei stato escluso dalla squadra.

Dovevamo giocare contro il Sassuolo, e psicologicamente mi diede un grande impulso perché giocai bene. Da quel momento il nostro legame si è rafforzato, voleva darmi forza mentale e ci è riuscito.

Poi, quando ci siamo ritrovati qui a Napoli, è stato un momento bello perché ci siamo guardati e io ero felicissimo di poter lavorare di nuovo con lui, e subito lui mi ha detto ‘andiamo a lavorare, è il momento di fare qualcosa di buono'”.

Come siamo cambiati dalla sconfitta contro l’Atalanta? “Penso che loro siano diventati più forti, e noi anche.

Abbiamo ancora un paio di giorni per prepararci alla partita, sarà una sfida dura e lo sappiamo entrambi: siamo una squadra che lotta come gruppo, dobbiamo dimostrare di essere fortissimi in ogni aspetto della partita, sia mentalmente che fisicamente, con e senza palla dobbiamo essere completi, hanno un allenatore come Gasperini che stimo molto.

Sarà un bel match per i tifosi. Preparare una partita del genere sotto tutti i punti di vista è essenziale, ma non solo per l’Atalanta: ogni partita per noi è una finale, ogni volta comprendiamo dove siamo. Ovviamente c’è un po’ di pressione, ma siamo tranquilli, ci concentriamo solo su noi stessi”.

I leader? “Di Lorenzo, Anguissa, Meret, Juan Jesus. Cerco di dare input per essere un collante, parlo molte lingue e voglio unire tutti.

Di Lorenzo sta facendo un ottimo lavoro nell’organizzare cene di squadra, è importante e noi stessi in campo siamo un gruppo unito: se qualcuno ha difficoltà, ci mettiamo a disposizione. È essenziale se vogliamo raggiungere degli obiettivi“.

Fuori dal campo sono molto tranquillo, cerco di riposarmi molto: mi piace la musica, giocare ai videogiochi, stare con i miei figli. Ascolto molto Kendrick Lamar e Drake ultimamente, amo il rap e penso che la competizione tra questi due artisti sia fondamentale, perché così possono emergere canzoni ancora migliori”.

Guardo molto calcio, è la mia passione: se sono a casa, guardo sempre le partite e i risultati, poi mi diverto con i miei figli, al più grande piace vedere le partite con me”.

Cosa mi ha colpito di più di Napoli? “Ci sono tante cose da vedere, ma dovrei prendermi un giorno libero per esplorare la città con i miei compagni e vedere tutto: siamo talmente impegnati… forse dovrò chiedere a Di Lorenzo o Mazzocchi di aiutarmi. Poi ci sono le isole, devo iniziare da Napoli e poi c’è il resto”.


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