La sconfitta riportata al San Paolo contro la Lazio ha sancito la fine dell’avventura del Napoli in Coppa Italia ma non solo, l’ennesimo risultato negativo si è rivelato essere la famosa “goccia che ha fatto traboccare il vaso”.
Il vaso già era pericolosamente in bilico da qualche settimana, la squadra di mister Benitez si è improvvisamente lasciata andare perdendo terreno da una Roma in difficoltà e dimenticandosi degli inseguitori (che ormai sono ben lontani dal Napoli avendolo prima raggiunto, poi scavalcato ed infine allontanato). “Cerchiamo di capire cos’è che non sta funzionando e ripartiamo”. Queste parole sono state pronunciate da Aurelio De Laurentiis lo scorso 16 Marzo, quando le avvisaglie della crisi iniziarono a farsi sentire (clicca qui per leggere l’articolo) e dopo quasi un’altro mese di risultati deludenti si scoprono alcuni scheletri nell’armadio: Napoli è veramente una città meravigliosa e ricca di distrazioni, sopratutto per uomini giovani nel pieno della loro forma fisica, con un portafoglio pieno e che vivono in una città che li osanna. La tentazione è forte e, stando a quanto riportato dal Corriere del mezzogiorno, i calciatori del Napoli hanno ceduto trascinandosi in serate pre-gara nei privè dei ristoranti della città, cene tirate fino a tardi sino ad arrivare a concedersi dei viaggi stancanti sia fisicamente che mentalmente. Infine si è anche vociferato di una certa indifferenza da parte dei calciatori stessi difronte ai pessimi risultati.
Non tutti sono però d’accordo ad attribuire la colpa ai soli calciatori, stando a quanto riportato da Il Mattino ci sono voci di un Aurelio De Laurentiis consapevole di tutte queste scappatelle notturne, in primis quelle di Gonzalo Higuain che avrebbe confidato allo stesso De Laurentiis dei suoi presunti rientri a casa molto tardi. Sarà vero?
Eppure sul furore di queste dicerie si scaglia la Gazzetta dello Sport contro lo stesso presidente azzurro, domandandosi quanto segue: “Se lui sapeva delle notti brave allora perché non è intervenuto per tempo, magari richiamando gli interessati in privato? E poi, perché sabato non è rimasto a Roma vicino alla squadra?”
Colpa dei calciatori, dell’allenatore e del presidente ormai non ha importanza, puntare il dito non aiuterà di certo a far rialzare la testa al Napoli, la speranza ora sta nel ritiro forzato, affinché possa dare i risultati sperati.