De Luca ha di fatto reso la Campania “indipendente”: così è stato evitato il disastro
Apr 21, 2020 - Emilio Caserta
Le parole del governatore De Luca circa l’eventuale chiusura della regione Campania hanno fatto molto discutere non solo i media ed i politici nazionali, ma anche tutta la comunità. È chiaro che al Sud la maggior parte delle persone ha dato ragione ad uno degli amministratori che fino ad oggi ha saputo meglio gestire l’emergenza Covid, come è chiaro che dall’altra parte molti hanno urlato al “razzismo”, come fecero con quella povera signora che cercò di respingere dall’isola di Ischia i turisti venuti dal nord, salvo poi aver saputo dopo qualche giorno di un contagio proprio tra gli arrivi, ma intanto il fango mediatico antisud aveva cominciato e continuato a muoversi.
Inutile dire che vengono ormai registrati quotidianamente attacchi in particolare contro Napoli, e dopo le parole di De Luca sulla chiusura dei confini (di fatto già chiusi come ogni regione d’Italia da circa un mese) sono esplose dai “benpensanti” parole contro il governatore e la Campania in generale. “L’Italia può fare a meno della Campania”, “Il Sud ha sempre mangiato grazie al Nord, ma a breve il Nord staccherà la spina” (inutile fare nomi e pubblicità a questi personaggi).
Centinaia sono state le frasi di questo genere, “dimenticando” che queste sono bufale vecchie di 160 anni. Abbiamo dimostrato spesso di come non sia il Sud a mangiare alle spalle del Nord, ma è esattamente l’opposto, e di come la propaganda “nordista” sia molto più forte di quella meridionalista, anche se sta cominciando a perdere colpi e per questo motivo è anche molto meno subdola e più schietta. Molte testate soprattutto internazionali (addirittura in Canada), stanno sottolineando la capacità degli amministratori del Sud verso il superamento dell’epidemia (al contrario del Nord), pur avendo dovuto sopportare e superare l’enorme pericolo del rientro di centinaia di migliaia di meridionali, tra cui tanti infetti, che avrebbero creato non pochi problemi.
De Luca in prima linea ha dimostrato di saperne una più del diavolo, quando serve. Pur essendo stato un presidente molto contestato, in questi cinque anni, nel momento più critico ha saputo come muoversi pur avendo tanti contro di lui, ed ha reso veramente “indipendente” la Campania, autore di un “ritorno al passato” di circa 160 anni accompagnato dagli altri presidenti del Sud.
Essendosi reso conto dell’inesperienza della classe politica nazionale ha deciso quasi sempre di fare lui i primi passi, dando il vero esempio di come si gestisce un episodio del genere, diventando anche un personaggio a tratti “comico”, quanto invece “temibile” anche per gli storicamente anarchici napoletani (il nostro popolo è sempre stato ribelle, contro un potere che magari non riconosceva, come quello nazista o l’Inquisizione), i quali hanno dimostrato di saper seguire le regole quando si deve. De Luca ha reso “indipendente” la Campania, perché ha emanato moltissime ordinanze prima del governo nazionale e delle altre regioni che solo dopo qualche giorno lo hanno imitato, come si può notare dalle prime ordinanze regionali di marzo.
Primo a non permettere le passeggiate con i propri figli, primo a chiudere i parchi e a parlare di distanziamento sociale obbligatorio in determinati luoghi, primo a bloccare il jogging per tutte le tipologie di strade mentre nelle zone del nord ancora oggi di fatto pochi le hanno bloccate, ma ne hanno limitato solo l’orario. La Campania è ancora l’unica regione in cui non è possibile l’asporto di alimenti da ristorazione domiciliare, la chiusura di molti laboratori e anche se a livello nazionale hanno riaperto le librerie e i negozi per bambini, in Campania è tutto chiuso (i baby shop sono aperti solo 2 volte a settimana per tre ore).
Quarantene obbligatorie per chi è rientrato dal Nord, quarantene di interi paesi anche solo per precauzione, e quarantene obbligatorie nell’ordinanza n.20 del 22 Marzo per chi veniva beccato a girare senza le giuste motivazioni. Nell’ordinanza n.25, il governatore ha decretato la chiusura (primi in Italia) dei mercati rionali, mentre in molte zone della penisola per settimane sono rimasti aperti. Inutile parlare della “conferenza stampa silenziosa” per l’apertura del Covid Hospital a Napoli, un vero e proprio primato per tempi e costi, oltre che per posizione strategica, vicino all’ospedale (al contrario della Lombardia, che oltre ad aver aperto Covid Hospital in Fiera, lontano dall’ospedale rendendo difficile gli spostamenti, ha speso il triplo rispetto alla nostra regione raggiungendo meno posti letto e presentandolo in conferenza stampa con decine di persone).
Tutto questo, di fatto, ha reso veramente libera la Campania da certi schemi nazionali e, mai come in questo periodo, aver dato certi poteri organizzativi alle regioni piuttosto che allo stato centrale, è stata un’ottima cosa (almeno per il Sud) essendo riusciti di fatto ad evitare la catatrofe. Gli “Stati Uniti della Campania”, come spesso li chiama Gianni Simioli, hanno saputo dimostrare di comportarsi molto bene: amministratori, mondo sanitario, cittadini, e questo ha evitato il peggio; ma come la Campania tutto il Sud.
Insomma, il Mezzogiorno ha dimostrato di sapere e poter fare da solo, come ha sempre fatto per secoli fino al 1861, quando con l’annessione all’Italia è stato reso colonia interna e dipendente da decisioni esterne. Nei prossimi giorni si parlerà di riapertura, ma ormai è chiaro, l’Italia deve ripartire da Sud, perché se si continuerà a vedere un’Italia ancora Nord-centrica dopo 160 anni, il Sud potrebbe cominciare a pensare di fare da solo, in quanto non potrà reggere ancora a lungo qualora si dovesse ritornare alle stesse politiche antimeridionali che fino ad oggi sono state attuate.
Del resto abbiamo dimostrato di poter essere un’eccellenza in qualunque settore, e sarebbe giusto pensare che l’Italia perderebbe molto più di quanto si pensi, nel momento in cui si dovesse attuare ciò che certi giornalisti settentrionali hanno predetto, ossia la fuga del Nord, e quindi chiaramente il ritorno da parte del Sud a quella libertà di decisione di cui di fatto abbiamo goduto in questo mese e mezzo e che mancava dal 1861.