Casoria: il comune decide di spendere 500mila Euro solo per una casta


Troppo alto e inutile il costo per mantenere giudici di pace a Casoria: un reddito che la cittadina non possiede, nel caso potrebbe essere sfruttato meglio e diversamente. Sono solo alcune tra le polemiche nate a fronte della nuova riforma giudiziaria, che rivisitando tutti i tribunali dell’area nord di Napoli e Caserta (Casoria, Fratta, Afragola, Marano, Aversa) accorpandoli n un’unica sede a Napoli, ha stabilito grossi tagli. In detta normativa veniva anche affermato che, qualora i comuni avessero voluto mantenere giudici di pace, avrebbero dovuto sostenere da sé, senza alcun sussidio, le spese del personale nonché trovare aule adatte. Tale legge (decreto ministeriale 07/03/2014), ha ridotto di circa 400 unità il numero dei giudici di pace in tutte le cittadine interessante. Questo “beneficio” non è accaduto invece per le amministrazioni di Casoria: in accordo con la riduzione delle spese, vogliono invece accorparsi nuovi investimenti. I comuni dell’area nord di Napoli, detto per inciso, sempre secondo la nuova geografia giudiziaria, avrebbero sessanta giorni di tempo per indicare locali e personale da adoperare per reggere la spesa del giudice di pace e tutti gli annessi del caso. Casoria, come accennato poc’anzi, diversamente dagli altri, (Arzano, Casavatore che pure godrebbero del beneficio della struttura) avrebbe deciso di aaccollarsi questa spesa, che, secondo calcoli, si aggirerebbe press’a poco sui 500.000 euro annui. Spesa che sicuramente la cittadinanza non può permettersi, dato che, come si afferma, “mancano soldi” e il comune non ha i fondi nemmeno per pagare la mensa al secondo figlio per le famiglie bisognose.

Dunque il comune dovrebbe cacciare una somma, quando non può permettersi altri esborsi per aiutare i suoi cittadini… Perché? I più informati sostengono che la maggior parte delle cause trattate dai giudice di pace riguardano l’infortunistica stradale, (circa il 90%) e solo una piccola percentuale (circa il 10%) riguarderebbero altre ipotesi. Dunque, sorreggere un finanziamento di tale portata, aiuterebbe forse soltanto l’infortunistica e mantenere gli avvocati che si avvalgono di questo genere di materia. Uno spreco secondo i più, che la cittadina a nord di Napoli potrebbe tranquillamente evitare. I 500 mila euro sarebbero così investiti per una spesa inutile e a vantaggio di pochi, mentre potrebbero sicuramente essere reinvestiti per il bene dei casoriani, per mantenere le poche aree verdi, per soccorrere le carenze del comune, sostenere famiglie disagiate e numerose. Rinunciare ai locali privati (quelli che si dovrebbero affittare per sostenere cause e giudici per intenderci), sarebbe anche un ulteriore risparmio che toccherebbe città e cittadini tutti. A quanto pare le cause di competenza del giudice di pace (come dimostrato: la stragrande maggioranza infortunistica) sono molto care a Casoria… probabilmente “per una determinata casta”, non per tutti gli abitanti. Senza contare che altri comuni limitrofi, come Arzano o Casavatore, i quali non intendono partecipare ai finanziamenti godrebbero di benefici gratis, lasciandoli al bilancio del Comune di Casoria e non ai loro. Una “tassa” da risparmiare, ma che, probabilmente non si vuole evitare. Oggigiorno, in un tempo di crisi come questo si parla tanto di tagli agli sprechi e di fare quadrare i conti: anche l’amministrazione di Casoria afferma di volere fare altrettanto. Stando così le cose, per ora solo “dice”.


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