Un uomo è morto per avere rimproverato un ragazzino che gettava a terra i gusci di arachidi. È successo a Cellole, in provincia di Caserta, dove Giovanni Sasso, imprenditore di 48 anni, si è spento dopo avere combattuto per otto giorni tra la vita e la morte.
L’episodio dal quale è scaturita la morte di Giovanni Sasso risale al 9 giugno scorso. L’imprenditore, titolare di un concessionario, aveva ripreso un ragazzino di 17 anni che dopo essere uscito dal barbiere mangiava degli arachidi gettando a terra i gusci vuoti. Il rimprovero ha scatenato la reazione del giovane e si è passati presto alle mani: nella lite, a causa di uno spintone, il 48enne è caduto a terra sbattendo forte la testa. È stato dunque portato alla clinica Pineta Grande di Castel Volturno con una frattura alla base cranica.
Nel frattempo la procura di Santa Capua Vetere aveva aperto un fascicolo di indagine per lesioni gravissime, indagine poi trasmessa al Tribunale per i minorenni di Napoli. Con la morte dell’uomo l’ipotesi di reato è stata tramutata in omicidio preterintenzionale.
Il sindaco di Cellole, Guido Di Leone, ha dedicato un messaggio su Facebook a Giovanni Sasso: “È un giorno triste oggi per Cellole. Che peccato Giovà! Non doveva andare così! Giovanni Sasso non ce l’ha fatta, si è spento ed è volato via in cielo. Un ragazzo pieno di vita, con tanta voglia di vivere e realizzare. L’intera comunità ha pregato per lui. Ogni parola è superflua davanti ad una tragedia del genere, meglio meditare in silenzio, nel dolore e nel rispetto. Mi stringo al dolore delle famiglie, è difficile da comprendere, è impossibile da accettare. Fai buon viaggio Giovà, ci mancherai”.