Caserta, Rebecca non ce l’ha fatta: morta la 14enne precipitata a Capodanno


Rebecca non ce l’ha fatta: la 14enne di Caserta è morta dopo giorni di agonia

Il suo cuore ha smesso di battere, ma il suo sorriso è diventato un respiro per coloro che l’hanno conosciuta, amata e accompagnata.

Rebecca aveva solo 14 anni. Quattordici anni di dolcezza e passioni, un intreccio di emozioni, melodie e sofferenze. Suonava la chitarra nel coro della chiesa del Buon Pastore a Caserta. «Era una ragazza dolcissima – racconta don Michele Della Ventura, come riportato da Il Mattino, con voce rotta e cuore addolorato – la conoscevo da molti anni; lei e la sua famiglia erano e rimangono profondamente radicate nella nostra comunità. Con un’anima fragile, Rebecca aveva sogni e progetti come tutti gli adolescenti, ma portava dentro un grande dolore che non riusciva a gestire. Amata e supportata dalla famiglia, ha sempre trovato sostegno in loro e in noi tutti».

Morta a 14 anni Rebecca, la 14enne precipitata a Caserta dal quarto piano di un palazzo

Ci sono stati altri momenti difficili nella vita di Rebecca, e in quei frangenti riceveva aiuto con premura e affetto. Il 31 dicembre, è caduta dal quarto piano della sua abitazione.

I genitori hanno subito chiamato l’ambulanza e richiesto l’intervento dei carabinieri, seguiti da una corsa in ospedale, preghiere, veglie, attese e innumerevoli colloqui con i medici. Nessuno voleva perdere la speranza, nessuno voleva lasciarla andare.

Domenica, il suo cuore ha smesso di battere, portando tutti a un profondo sconforto. Il sostegno Accanto alla famiglia, anche in ospedale, c’era don Michele. «Rebecca era una ragazza gentile e aggraziata, un angioletto. Affettuosa. Ricordo le sue parole – continua il parroco – la conoscevo da quando era piccola. Era vivace e piena di vita, ma portava dentro un dolore che la lacerava. Sebbene avesse molte conoscenze, era estremamente riservata. In parrocchia era molto amata; conoscevamo il suo dramma interiore e io, don Salvatore e don Domenico, eravamo sempre al suo fianco, così come i suoi genitori, Stefano e Ioanna, membri attivi della nostra comunità.

Ogni volta che c’era un problema, eravamo con loro, tutti, non solo noi sacerdoti. Ho una nipote della sua età e spesso le dicevo: mi ricordi mia nipote. Era amata e rispettata, ma al contempo desiderosa di affetto, come tutti noi».

Non viveva isolata, ma si sentiva sola con se stessa quando il dolore la sopraffaceva e non voleva condividerlo con nessuno. Un dolore che accecava la sua anima, che le rubava i colori e la faceva affondare in un desiderio di oblio.

Rebecca amava gli animali, li adorava e si prendeva cura di loro. Ne aveva in casa: prima un gatto, uno di quelli randagi salvati da chi si dedica al recupero e all’amore, poi un cane. Amava l’arte, la bellezza e la musica.

Aveva buoni rapporti con tutti, ma non amava parlare di sé. Era iscritta al primo anno del liceo scientifico “Diaz” di Caserta e aveva una passione per il disegno; le sue giovani mani creavano oggetti con fili di ferro e capelli d’angelo, gli stessi che oggi la accolgono dove ha scelto di andare. La scuola «Un angelo è volato in cielo. Ciao Rebecca» è il messaggio che appare sul sito della sua scuola.

A giugno aveva conseguito il diploma di licenza media alla “Lorenzini Da Vinci”; la comunità scolastica che l’ha accolta per anni ha voluto ricordarla così: «Oggi viviamo uno dei momenti più dolorosi della nostra storia, uniti nel lutto per la prematura scomparsa della nostra cara alunna Rebecca. Abbiamo sperato, pregato e atteso con ansia notizie positive.

Abbiamo accompagnato con il pensiero e il cuore Rebecca e la sua famiglia, sperando in un epilogo diverso, che purtroppo non è arrivato. La perdita di Rebecca ci priva di una giovane vita, piena di sogni e potenziali, una grande chitarrista e abile nel disegno e in tutte le altre materie.

La scuola, luogo di crescita e speranza, è oggi segnata da un profondo dolore che ci invita a riflettere sul valore inestimabile della vita e sull’importanza di condividere momenti di autentica solidarietà e vicinanza.

Esprimiamo il nostro più profondo affetto alla famiglia di Rebecca, che in questi giorni ha affrontato una prova durissima con coraggio e dignità. Siamo vicini con il pensiero e con il cuore ai suoi amici e amiche, che perdono una persona speciale, e a tutti coloro che l’hanno conosciuta e amata.

Ci impegniamo a ricordare Rebecca nella nostra quotidianità, custodendo il suo sorriso e il suo esempio. La memoria di Rebecca continuerà a vivere in ciascuno di noi, illuminando il nostro cammino con la forza dei suoi sogni».

Rebecca amava i fumetti e li disegnava; i suoi genitori le avevano fatto seguire un corso dove iniziava a scoprire i segreti del mestiere. Ora Rebecca è in ospedale in attesa dell’autorizzazione del tribunale per tornare, un’ultima volta, nella sua parrocchia, quella dove suonava, sorrideva e viveva.


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