In Italia la pandemia di covid ha messo alle corde una sanità già precedentemente martoriata dai continui tagli. Il tutto è ancora più accentuato in Campania e in tutto il Sud dove le strutture non sono adeguatamente attrezzate per ricevere un così ingente numero di pazienti.
Covid Castellammare – numeri alti in città
Nella zona vesuviana, da San Giorgio a Cremano fino a Sorrento, sono solamente due i pronto soccorso aperti: l’Ospedale San Leonardo di Castellammare di Stabia e il Santa Maria della Misericordia di Sorrento. E proprio la situazione critica del nosocomio stabiese ha messo in allarme il sindacato degli infermieri Nursing Up- il primis il Presidente Antonio De Palma – che ha denunciato le condizioni dei lavoratori.
“La paradossale storia di un ospedale che non è considerato ufficialmente covid center ma è come se le fosse, visto che rappresenta l’unico pronto soccorso di una vastissima area che copre il servizio sanitario di centinaia di migliaia di pazienti.
Soprattutto una triste vicenda di disorganizzazione e cattive gestioni che si sono susseguite negli anni, con palese mancanza di strutture adeguate per fronteggiare, sin dal suo arrivo, l’emergenza pandemia.
Mentre scriviamo e vi raccontiamo l’ennesimo spaccato di una sanità italiana allo sbando, e non è un caso che si tratti ancora della Campania, nelle ultime 48 ore tre pazienti sono deceduti perché il pronto soccorso era talmente intasato e inaccessibile che, nonostante le loro gravi condizioni, sarebbero rimasti nelle ambulanze per ricevere le cure del caso.
Stiamo parlando dell’Ospedale San Leonardo di Castellammare di Stabia che risale ancora alla ribalta della cronaca: e nel mezzo della palude di fango ci sono, naturalmente, gli infermieri che vivono sulla propria pelle, quotidianamente, l’emergenza e le carenze strutturali, nonché ovviamente i pazienti, alla luce di una sanità ordinaria che con l’esplosione del Covid è diventata praticamente un miraggio. Gli infermieri del nosocomio stabiese sono allo stremo, e pagano sulla propria pelle il dramma di una realtà sanitaria totalmente disastrata”.