Teatro romano di Ercolano: fu il primo edificio ad emergere dalla cenere del Vesuvio
Giu 24, 2018 - Claudia Ausilio
E’ di pochi giorni fa la notizia della sua riapertura: dopo venti anni di oblio ritornerà a splendere e verrà restituito al pubblico.
Il teatro romano di Ercolano fu sepolto durante l’eruzione del Vesuvio del 79 d. C. e ritrovato dopo gli scavi archeologici nell’antica città: fu il primo edificio ad essere scoperto nell’area vesuviana.
Fu costruito in un’area nei pressi del Foro durante i primi anni dell’età augustea e poteva contenere circa duemilacinquecento persone. Subì danni durante il terremoto del 62, ma fu durante l’eruzione del Vesuvio del 79 d.C. che venne ricoperto da uno strato di ceneri, lapilli e fango, che solidificandosi produsse un solido strato di tufo, conservandolo intatto nel tempo.
Il teatro di Ercolano fu scoperto per caso nel 1710, quando un contadino, Ambrogio Nocerino, detto “Enzechetta”, scavò un pozzo per irrigare il suo orto e trovò alcuni pezzi di marmo che vendette poi ad un artigiano di Napoli. Emanuele Maurizio d’Elboeuf, per il quale l’artigiano lavorava, decise di acquistare il pozzo e iniziò ad indagarvi tramite cunicoli sotterranei. Nei primi scavi fu esplorata la zona del frontescena, del palcoscenico e dei tribunalia (posti riservati a personaggi importanti), nei quali furono rinvenute otto statue femminili e una maschile, colonne in marmo, un dolia (grosso contenitore in terracotta, usato per la conservazione di olio o vino) e un architrave.
Nel 1738 iniziarono gli scavi sistematici, le prime mappature del sito e le pubblicazioni: il teatro romano di Ercolano divenne soggetto preferito dai giovani del Grand Tour. Durante la seconda guerra mondiale fu utilizzato come rifugio antiaerei e dopo brevi campagne di scavo il teatro venne chiuso nel 1998. Il teatro oggi è ancora sepolto sotto la coltre di tufo ed è visitabile solo attraverso stretti cunicoli.
La facciata esterna presentava due ordini di archi a tutto sesto poggianti su piedritti in laterizio: la penultima arcata era decorata con lesene, capitelli corinzi e cassettone a stucco. La summa cavea era composta da tre grandini, protetta da un parapetto in tufo e vi era una porta che conduceva ad uno dei tribunalia. La media cavea comprendeva sedici file di sedili in tufo ed era divisa in sei settori tramite sette scalette: originariamente era rivestita in marmo, asportato durante le esplorazioni borboniche.
L’orchestra di forma semicircolare, era pavimentata con lastre di marmo bianco e giallo antico: qui vennero ritrovati due seggi in bronzo, dedicati a Balbus e Pulcher (rispettivamente proconsole e console di Ercolano). Nei pressi del palcoscenico vi è il pulpitum, realizzato in mattoni e ricoperto in marmo, mentre la scena è in opera laterizia e si divide in due livelli con al centro una grossa esedra con la porta regia ed ai lati due porte hospitales. Alle spalle della scena vi è un lungo corridoio utilizzato dagli spettatori durante gli intervalli dello spettacolo.
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Fonti:
– www.ercolano.unina.it
– Arnold De Vos; Mariette De Vos, Pompei, Ercolano, Stabia, Roma, Editori Laterza, 1982
– Parco Archeologico di Ercolano, sito ufficiale