Il Convegno #NoCamorra del Forum dei Giovani di Ercolano
Mag 27, 2014 - Redazione
Da sinistra, la coordinatrice del Forum Emanuela Borrelli, Ciro De Falco, Arnaldo Capezzuto, Nadia Cozzolino, moderatrice dell'incontro, Domenico Pizzuti e Susy Cimminiello
Si è tenuto lo scorso venerdì 23 Maggio il convegno #NoCamorra organizzato dal Forum dei Giovani di Ercolano.
Non è la prima volta che il forum si mobilita per smuovere e sensibilizzare la coscienza civica di una città che sembra quanto mai dormiente, dal punto di vista sociale e non solo. Il 23 Maggio non è stata una data scelta a caso: come molti sapranno questa è la data dell’anniversario della Strage di Capaci, attentato mafioso avvenuto sull’autostrada A29 nei pressi dello svincolo di Capaci e a pochi chilometri da Palermo, in cui persero la vita il magistrato Giovanni Falcone, sua moglie Francesca Morvillo e tre agenti della sua scorta: Vito Schifani, Rocco Dicillo e Antonio Molinaro.
La camorra è un’associazione criminale che non si limita mortificare la terra partenopea, inquinandola, massacrandola, saturando e inzuppando la terra di sangue e rendendo tristemente famosa nel mondo. La camorra è anche un sistema orwelliano che ruba ai giovani il futuro, soprattutto a chi cresce in certi contesti sociali disagiati e senza via di scampo. Non stupisce quindi che al convegno fossero presenti molti studenti dell’Istituto Superiore Adriano Tilgher di Ercolano, oltre a presenze importanti della lotta antimafia come il giornalista Arnaldo Capezzuto, penna del Fatto Quotidiano, l’Espresso Napoletano e di altre testate, nonché autore del libro “Il Casalese” che Nicola Cosentino voleva far sequestrare e distruggere; Domenico Pizzuti, sociologo e gesuita nonché ex direttore dell’ Osservatorio sulla Camorra, Andrea Sannino, cantante ercolanese, oppure ancora Susy Cimminiello sorella di Gianluca Cimminiello, vittima innocente di quei camorristi che vengono chiamati criminali, imprenditori, uomini d’onore o ladri ma che, in realtà, sono soltanto uomini senza cuore.
In molti modi vengono chiamati i camorristi: criminali, sì, ma non solo. Imprenditori, politici, uomini d’onore. Emerge anche questo dal Questionario #NOCAMORRA , che Ciro De Falco, Dottorando in Scienze Sociali e Statistiche presso il Dipartimento di Scienze Sociali dell’Università Federico II di Napoli ha sottoposto agli studenti dell’istituto Adriano Tilgher. Le percentuali che ne sono emerse non sono preoccupanti ma nemmeno ottimistiche: molti sono i giovani che intendono lasciare Napoli, alcuni anche per motivi non inerenti alla criminalità organizzata e molti sono quelli che credono che la Camorra non si sconfiggerà mai.
Ma se questi giovani vogliono lasciare Napoli per “altre questioni” che non ineriscono la Camorra, per cosa vogliono farlo? Per insofferenza nei riguardi di una città il cui degrado è sotto gli occhi di tutti?
Io penso che il degrado prima di tutto materiale e poi spirituale, culturale e civico della mia città, Napoli, e poi di tutti i comuni vesuviani e campani sia tutto da reindirizzare ad un unico, enorme cancro: la camorra. Perché è la camorra che inquina la nostra terra con i suoi rifiuti tossici, facendo ammalare di tumore una percentuale sempre maggiore di persone, condannandole a morte; è colpa della camorra se persone oneste come Susy Cimminiello non possono più abbracciare i propri cari, è colpa della camorra se penne brillanti come un Arnaldo Capezzuto si vedono mortificare la propria vita a volte senza nemmeno un briciolo di soddisfazione e di rivalsa.
Io non so se la Camorra verrà mai sconfitta, se la Mafia verrà mai sconfitta. Ma so che semmai arriverà questo giorno non sarò io a vederlo, né i miei figli né i miei nipoti. Perché è una lotta ancora troppo sotterranea, troppo debole, perché emerga alla luce del sole. Quanti convegni sullo stile di #NoCamorra si sono effettuati nell’ultimo mese nelle terre vesuviane? Quante manifestazioni? Quanta gente è scesa in piazza per urlare in faccia ai criminali di lasciare subito in pace la nostra terra?
Perché è una guerra che si combatte a più livelli: contro i criminali da strada che schizzano veloci sui loro motorini e contro il criminale in giacca e cravatta che vuole far sparire e dare alle fiamme il libro che hai scritto. E sono stati più i vinti, che i vincitori, come ci ha tenuto a ricordare lo spettacolo teatrale “Noi, vittime innocenti…” organizzato dal Forum stesso.
E questo continuo parlare di Camorra mi fa pensare spesso a quand’è che la testa della gente si alzerà e non più verrà piegata. Non una vittoria sulla mafia, non sono così ottimista, ma un semplice levarsi del capo.
Io spero, per il nostro bene, che quel giorno sia domani.