La stessa età che aveva lei quando è partita dall’Ucraina e per salvarla dai rischi del nucleare questa famiglia di Ercolano la ospitò a casa sua. Gli stessi che oggi ospitano lei e suo figlio.
A raccontarlo è Anja in un articolo di Repubblica.it a firma di Mariella Parmendola. “E’ da tanto che non venivo qui – commenta Anja – mi fa piacere che hanno fatto questo progetto e che ci hanno accolto“.
“Sono stata accolta da una famiglia di Ercolano che mi ha ospitato per circa quindici anni – continua – e un paio di volte l’anno venivo a trovarli. Ora per cinque anni non sono tornata perché ho un bimbo piccolo“.
“Passare la frontiera – prosegue Anja – è stata la cosa più difficile del viaggio, abbiamo passato quindici ore in fila ai controlli. Abbiamo lasciato la nostra casa, una situazione terribile, i negozi sono chiusi e ci dobbiamo nascondere. Fa paura questa situazione e non si sa a chi colpiscono”.
“A mio figlio ho detto la verità. Che dobbiamo essere tranquilli perché il panico non è mai una cosa buona, lui capisce, si preoccupa ma gli ho detto come stanno le cose“, ha concluso la donna.
Sono arrivati ieri mattina dopo tante ore di viaggio i bimbi ucraini strappati alla furia della guerra. Tanta la commozione del sindaco Ciro Buonajuto, del consigliere comunale Ciro Santoro e dei volontari dell’Associazione Uniti per la Vita.
L’autobus è partito dalla città degli scavi qualche giorno fa in direzione della città ungherese di Barabas che si trova al confine con Usgorot, ultima città dell’Ucraina per portare beni di prima necessità e per andare a prendere una cinquantina di persone perlopiù bambini che scappano dalla guerra.