Avrebbero guadagnato 20, al massimo 25 euro per un minimo di 8 ore di lavoro al giorno. Tanto era stato promesso a Samuel Tafciu (18 anni), Sara Esposito ed Aurora Esposito (gemelle di 26 anni), che hanno perso la vita nell’esplosione avvenuta in una fabbrica abusiva di fuochi d’artificio in via Patacca a Ercolano.
Questo è quanto sta emergendo dalle indagini condotte dal pm Stella Castaldo, con il coordinamento dei pm aggiunti Simona Di Monte e Pierpaolo Filippelli. Al vaglio degli inquirenti le testimonianze dei parenti delle tre vittime, che hanno confermato la cifra irrisoria proposta per quel lavoro pericoloso, senza tutele né protezioni.
La vedova di Samuel, in particolare, ha dichiarato che il marito è “morto per una manciata di spiccioli. Era arrivato in Italia 10 anni fa, non ha mai cercato un lavoro illegale. Aveva accettato questo solo perché avevamo bisogno di soldi avendo avuto una figlia da poco. Lo hanno mandato a morire”.
L’immobile era registrato come abitazione e non come insediamento industriale. Inoltre non era mai stata richiesta alcuna autorizzazione, come confermato anche dal sindaco Buonajuto, che anzi ha sottolineato come lo scorso gennaio i vigili del fuoco provarono a fare un’ispezione, ma nessuno aprì. In seguito fu chiesta invano alla Procura di Napoli un decreto di ispezione “che non è mai arrivato”.