La sorella delle gemelle: “Lavoravano da mesi con i fuochi. Quell’uomo ci ha rovinato la vita”


Emergono nuovi retroscena sulla tragedia avvenuta ad Ercolano e sulla condizione delle due sorelle gemelle, Aurora e Sara, morte a seguito dell’esplosione della fabbrica abusiva di fuochi d’artificio. Pare, infatti, che lavorassero già da un po’ con i cosiddetti botti come raccontato dalla loro sorella maggiore.

Esplosione Ercolano, parla la sorella delle gemelle

Non era il primo giorno di lavoro, tutte bugie. Le mie sorelle lavoravano da mesi con i fuochi d’artificio. Lo hanno fatto prima in casa e poi, da circa un mese, in quella fabbrica maledetta. Io lo sapevo che me le avrebbero ammazzate. Ora vogliono coprire il marcio ma la verità deve venire fuori” – queste le parole affidate a Il Mattino dalla sorella delle gemelle rimaste vittime dell’esplosione.

“Sara e Aurora erano due ragazze straordinarie, allegre, solari e anche ingenue. Vivevano con mia mamma a Marigliano, insieme alla figlia di Aurora che ha cinque anni. Hanno sempre lavorato come commesse, operaie, magazziniere. Si sacrificavano per aiutare economicamente mia madre e la bambina. Poi è arrivato quell’uomo che ci ha rovinato la vita. Io lo sapevo che avrebbero fatto una brutta fine, volevo portarle a casa mia a Saviano, si sarebbero salvate. Ma loro erano troppo buone e volevano aiutare mia madre” – ha continuato.

“Quell’uomo” nominato dalla donna non sarebbe altro che il proprietario dello stabile esploso che, stando al racconto della sorella delle vittime, le gemelle avrebbero conosciuto tramite la madre. Attualmente è stato identificato ed è indagato con l’accusa di omicidio plurimo e disastro colposo.

“Dopo ciò che quel signore ha fatto alle gemelle, mia madre vuole ancora coprirlo. Lei è stata manipolata da quell’uomo. E’ entrato nella nostra famiglia un anno e mezzo fa, facendo promesse di ogni genere. A fine estate ha portato quel materiale dei fuochi a casa, inducendo le mie sorelle, che non avevano mai maneggiato questa roba, a lavorarci. Io mi sono sempre opposta ma mia madre lo difendeva. Diceva che voleva aiutarci e avrebbe fatto lavorare le gemelle”.

“Circa un mese fa io e lei abbiamo litigato pesantemente perché a me quell’uomo non è mai piaciuto. Sentivo che sarebbe finita male. Ho più volte detto alle gemelle di venire a casa con me ma erano troppo buone. Sono morte in una maniera orrenda per guadagnare un tozzo di pane“.

All’inizio le gemelle avevano paura di questo lavoro. Con mia madre non ho nessun rapporto, fino alla fine sta dall’altra parte e non ha voluto firmare la denuncia contro quell’uomo. Al momento della tragedia l’ha accompagnata sul posto senza dirle cosa fosse successo alle gemelle. Ma lei non capisce, ancora lo difende e tiene me, mia sorella e mio padre all’oscuro di tutto”.

“Provo dolore e tanta rabbia. Avevo 16 anni quando sono nate le gemelle e per me erano come figlie. Erano belle come il sole e amavano la musica. Sono devastata, nessuno me le ridarà indietro. La figlia di Aurora sta con il padre ma come faremo a dirle che la madre non c’è più? Le gemelle sono state vittime di un atto criminale, si è approfittato dello stato di indigenza di una famiglia. Ora questa famiglia è totalmente distrutta” – ha concluso.

L’altra vittima dell’esplosione è Samuel Tafciu, il 18enne di origini albanesi residente a Ponticelli, papà di una bimba di soli 4 mesi. Stando a quanto raccontato dalla suocera per lui sarebbe stato il primo giorno di lavoro.

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