Riecco lo SPUTTANAPOLI: “Al Sud monnezza e illegalità, al Nord invece…”

Foto utilizzata nell'articolo di tvsvizzera.it


Non ci era per nulla mancato, ma riecco l’ennesima puntata di SputtaNapoli, o, meglio, SputtanaSud. Il giornalista Massimo Donelli, sul giornale tvsvizzera.it, si è preso la briga di mettere in evidenza in un articolo dal titolo “Niente Casco – Benvenuti al Sud, bastonati al Nord”, come nel Sud Italia, specialmente a Napoli, le norme del codice della strada non vengano rispettate, mentre nel “civile Nord” ci sono controlli e sicurezza per tutti. Un articolo che raccoglie solo i luoghi comuni più vecchi e scontati affibbiati alla nostra terra in decenni di distruzione mediatica. Principale prova dell’inciviltà dei meridionali è il presunto menefreghismo delle istituzioni nel far rispettare le norme basilari del codice della strada.

“Perché a Palermo si può parcheggiare nelle zone pedonali (!) e a Napoli si può guidare un motociclo senza indossare il casco (obbligatorio) addirittura trasportando due se non tre passeggeri (che ne sono ugualmente sprovvisti) mentre a Verona tutto ciò è vietatissimo? Ecco, basterebbe vedere dove e quando si applica o non si applica il codice della strada per capire che l’Italia è una nazione solo sulla carta.” Dei dubbi esistenziali con cui Donelli apre la filippica contro l'”illegalità” della nostra terra, ignorando, forse, che sono anni che a Napoli è rarissimo vedere persone senza casco o intere famiglie sul motorino. Forse, però, il giornalista questo non lo sa e ha basato il suo articolo solo su vecchie foto come quella messa in evidenza e vecchissimi servizi, già al tempo esagerati e qualunquisti.

Come prova inconfutabile, infatti, viene citato un vecchio servizio di Striscia la Notizia: “L’ultimo caso, il più clamoroso, l’ha documentato Luca Abete per Striscia la notizia. A Napoli su scuola-bus privi dei più elementari requisiti di sicurezza vengono ammassati fino a 25 bambini quando il pulmino è omologato per trasportare 8 persone, autista incluso. Una follia tollerata da vigili urbani che, chissà perché, svolgono il servizio in abiti borghesi e fanno finta di non vedere.” Non sfugge alla denuncia nemmeno Roma, anche lei, secondo l’articolo, invasa dai motorini e vittima di vigili “pizzardoni” che non intervengono.

Una rassegna di invettive talmente assurda e campata in aria da sembrare quasi ironica e provocatoria, una visione chiusa che non riesce a distinguere singoli eventi, singole infrazioni, da abitudini criminose ed incivili. In conclusione di tutto, infatti, arriva la sferzata finale del giornalista ed il suo verdetto: “Perché a Roma, Bari, Catania, Napoli, Palermo puoi violare il codice della strada mentre a Genova, Milano, Torino, Verona guai a te se non lo rispetti? E’ su domande come queste (e, soprattutto, sulle risposte a domande come queste) che si misura il grado di civiltà di una nazione.


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