Cosa sono i cognomi? Sono un’evoluzione dei Cognomen romani, una sorta di soprannome che gli antichi romani si davano per distinguere le varie gens (persone provenienti da una stessa stirpe, l’equivalente delle famiglie di oggi).
Il soprannome veniva dato in base a una loro caratteristica fisica o mentale o in base al lavoro, inizialmente era individuale e poteva anche essere un nomignolo popolare, poi passò ad indicare la famiglia di appartenenza.
Dopo il Medioevo i soprannomi si sono evoluti in cognomi veri e propri, in essi spesso si trova traccia del mestiere o del carattere dei loro avi. Cognomi buffi, importanti e leggendari, ma che destano curiosità a tutti, infatti ognuno di noi vorrebbe sapere l’origine del proprio cognome. Così dopo Cozzolino, Russo, Ascione e Coppola, vediamo il significato di un altro molto diffuso a Napoli e in Campania: Scognamiglio o Scognamillo.
Sarebbe un’evoluzione del termine Scogna-Miglio, che in antichità era un mestiere tipico dei contadini, che dovevano “scognare” (cioè selezionare) il miglio da dare in pasto agli animali. Si tratterebbe dunque di un antico soprannome formato dal napoletano scognà-, (da scognà scugnà) “trebbiare, pulire (il grano o altri cereali)” e miglio, e corrisponde semanticamente al tipo ligure Pittamiglio.
Scognamiglio è tipicamente campano in particolare della zona orientale di Napoli e dei comuni a sud come Portici (dove risulta essere il cognome più diffuso), San Giorgio a Cremano, Ercolano e Torre del Greco. Deriva da soprannomi dialettali e si riferiscono all’attivita di trebbiatore di cereali probabilmente svolta dal capostipite.
In Italia : 4 052 persone hanno il cognome Scognamiglio, è il 364° più diffuso in Italia e più del 5 % degli italiani dal cognome Scognamiglio vivono in provincia di Napoli, dove è l’11° cognome più diffuso (1710 persone circa), mentre in provincia di Caserta è il 237° (108 persone circa).
Fonte: “Dizionario dei cognomi italiani di Emidio De Felice – Edit. Arnoldo Mondadori 1986”; sito Cognomix.