“Questa è Ginevra, non Napoli”: la vergognosa dichiarazione antinapoletana al TG5
Apr 13, 2016 - Deborah Santoro
Per l’ennesima volta una tragedia, come quella dell’omicidio di una giovane ricercatrice italiana a Ginevra, ha rappresentato il pretesto per umiliare pubblicamente la città di Napoli, costantemente vittima di un assedio mediatico che l’ha trasformata nell’immaginario collettivo nel grembo di ogni forma di più atroce ingiustizia, criminalità e depravazione.
E’ stato trasmesso quest’oggi al TG5 un servizio in merito all’aggressione subita dalla 29enne italiana, a Ginevra, Valentina Tarallo, a seguito della quale la ragazza avrebbe perso la vita a causa delle gravissime ferite riportate. Stando a quanto si legge sul portale web dell’Università di Ginevra, Valentina frequentava un dottorato di Fisiologia cellulare e metabolismo (dove lavorava all’identificazione dei MicroRNA coinvolti nella regolazione del metabolismo). La ragazza è stata aggredita a sprangate lunedì sera intorno alle 21:30 dinanzi al civico 22 di Avenue de la Croisette. Nonostante il pronto intervento dei soccorsi, per Valentina non c’è stato nulla da fare e la giovane donna ha perso la vita poco dopo. Gli investigatori avrebbero identificato l’aggressore e lo starebbero cercando anche in Italia. Ancora ignoto il movente dell’omicidio.
Si tratta di un evento che ha turbato una città notoriamente tranquilla quale Ginevra, così come alcuni cittadini intervistati hanno confessato. Un servizio normale e doveroso, quindi, se non fosse per il fatto che si conclude con le dichiarazioni decisamente fuori luogo di una cittadina svizzera che, per esprimere il proprio sgomento dinanzi ad una simile tragedia, non trova parole più incisive che “Ormai abbiamo paura anche noi. Questa è Ginevra, non Napoli“.
Per l’ennesima volta Napoli viene pubblicamente associata all’idea di violenza e criminalità, nella più totale indifferenza dei giornalisti coinvolti nel servizio in questione. Non passa inosservata, infatti, l’assenza di un qualsivoglia commento in merito alle dichiarazioni rilasciate dalla cittadina svizzera alla quale, per onor del vero, rendiamo noto che stando ai dati Eures relativi all’anno 2014 (riportati da Repubblica in un articolo del 25 Novembre 2015) si attesta una diminuzione del 42,7% dei casi di femminicidio nel sud Italia (che ha registrato un calo da 75 a 43 vittime) a fronte di un aumento dell’8,3% al Nord (passato 60 a 65 vittime) e di una certa stabilità al Centro (44 vittime).
Al primo posto a livello regionale la Lombardia, con 30 vittime nel 2014, in aumento del 58% rispetto alle 19 vittime del 2013. Seguono Lazio e Sicilia che, con 19 vittime, si collocano al secondo posto per numero di femminicidi. Registrati, nel 2014, casi in aumento anche in Toscana, Veneto, Basilicata e Liguria.
Registrato, invece, un calo di femminicidi in Campania, che passa da 20 a 7 vittime, Puglia e Calabria. Regioni per niente interessate, invece, il Friuli Venezia Giulia, il Trentino Alto Adige, il Molise e la Valle d’Aosta.
A livello provinciale, nel 2014, è Milano con 14 vittime a registrare il maggior numero di donne uccise. Seguono Roma con 13 femminicidi, Torino con 8 vittime e Firenze, dove il numero dei femminicidi passa da un solo caso nel 2013 a ben 7 nel 2014.
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