Non è difficile trasformare la faccia di una città, seppur questa sia dimora di arte e bellezza. È ciò che accade tutti i giorni a Napoli, alle sue storiche vie, alle mura marmoree di chiese e basiliche. Basta una bomboletta spray o un colore comprato al ferramenta perché il recinto di un’antica fontana diventi una lavagna metropolitana, su cui chiunque si sente in diritto di poter metter mano. O, come denuncia Francesco Emilio Borrelli su Facebook, perché le mura della Basilica di San Francesco di Paola, che sovrasta Piazza del Plebiscito diventino pagine sporche di effimere scritte:
“Ti amo Raimondo, Per sempre noi by Ro”
“Ti amiamo….”
“Harry Fucking”
Sono esempi di cosa appaia agli occhi dei visitatori nel momento in cui incontrano l’arte della Piazza.
Il consigliere dei Verdi ha postato, sulla sua pagina, foto che incorniciano questo scempio urbano, in un luogo artistico centralissimo e simbolo indiscusso della città partenopea, assieme a molti altri. Senza dubbio, siccome siamo pur sempre a Napoli, “creatività e simpatia” non mancano, di tanto in tanto:
“La pucchiacca è fatta di sogni e fantasia” si legge in una delle scritte urbane, lasciate chissà da chi e chissà perché.
Forse per pura goliardia o forse per la recondita volontà di lasciare una traccia di sé. Ma sarebbe bene insegnar loro che la traccia più profonda e più importante la si lascia migliorando la propria città, la propria casa. Emancipandosi dalla scarsa educazione civica che ci portiamo addosso, da anni.
Tuttavia, per fortuna, i segni del futuro ci sono tutti: la cittadinanza attiva esiste ed è numerosa. E si fa sentire, talvolta ripulendo intere opere architettoniche e dando un insegnamento non solo ai meno civili, ma alla stessa soprintendenza.