Lettera di un toscano: “A Napoli ho ricevuto una delle più belle lezioni di vita”
Lug 19, 2016 - Chiara Cepollaro
Uno dei nostri lettori, Stefano Mariani, non partenopeo e tuttavia legato ugualmente a Napoli, ci ha raccontato in una lettera-web ciò che molti anni fa gli è accaduto nella nostra città. Ha descritto la sua esperienza metropolitana come “una delle più belle lezioni di vita”.
Di seguito, vi proponiamo il testo intero della lettera, se non altro per condividere la serenità di parole che arrivano da fuori le mura e da fuori i consueti racconti su Napoli, prodotti dalla superficiale approssimazione del giudizio e della storia, per certi versi. Siamo certi, che come noi, anche voi che leggerete troverete sano piacere e quel leggero orgoglio che, a volte, è necessario per crescere ed andare avanti.
“Buongiorno a voi napoletani! Vi voglio raccontare un episodio accadutomi nel lontano 1979. Io vivo a Lucca in Toscana e, in quell’epoca, mi trovavo nella vostra bellissima città per accompagnare uno zio che era ricoverato al policlinico per una difficile operazione di neurochirurgia (a Napoli c’è anche una sanità che funziona). Nei pressi dell’ospedale mia madre, che tenevo a braccetto, a causa di un passo falso cadde a terra, procurandosi un’escoriazione a un ginocchio, comunque roba da poco.
Allora fui testimone di una scena che, vivessi cent’anni, non dimenticherò mai: un sacco di persone, che per lo più vendevano sigarette di contrabbando, corsero verso di lei offrendole il loro aiuto: chi si alzava per farla sedere, chi le indicava la farmacia più vicina o semplicemente, chi le offriva conforto “verbale”. Il tutto in maniera assolutamente disinteressata. Ripeto, ancora adesso mi commuovo quando ci penso. Non posso non fare un parallelo con la mia gente, i lucchesi. Sicuramente in un caso analogo la maggior parte dei testimoni avrebbe tirato oltre. Quella appena narrata è stata una delle più belle lezioni di vita che abbia ricevuto.”