Negli ultimi quindici anni abbiamo imparato a conoscere la “Mostra d’Oltremare” come la principale sede, a Napoli, per eventi colossali: Fiera della Casa, Comicon, Festival dell’Oriente, feste, sagre e tanto altro. I numerosi padiglioni del centro fieristico di Fuorigrotta si sono riempiti di persone in ogni periodo dell’anno. Verrebbe da pensare, visto il suo utilizzo, che si tratti di una costruzione recente, ma in pochi sanno che in realtà esiste da prima che molti di noi nascessero.
La realizzazione dell’intero complesso fu decisa nel 1937 da Benito Mussolini e doveva rientrare in un ambizioso progetto di rimodernamento che avrebbe dovuto trasformare Napoli in una “città del futuro”. In particolare, la Mostra avrebbe ospitato la “Triennale d’Oltremare”: una installazione volta a celebrare l’espansione coloniale attuata dal regime fascista in Africa, una manifestazione tangibile del neonato “Impero Italiano”. Non fu un caso nemmeno la scelta della città. Napoli, al centro del Mediterraneo, rappresentava il luogo perfetto per ospitare la raffigurazione delle varie etnie riunite sotto il controllo del regime.
Il nome Oltremare, deriva proprio da questo progetto volto a rappresentare le conquiste africane, oltremare, appunto. Per il luogo, invece, si fece una scelta più utile per lo sviluppo cittadino: la Conca Flegrea, luogo in cui sorge tutt’oggi, era a metà strada fra l’area urbana ed i siti archeologici di Cuma ed Averno, il luogo ideale, quindi, per attirare turisti e visitatori da ogni parte del mondo ed incanalarli sul nostro patrimonio storico ed archeologico. Per la realizzazione del progetto occorsero soltanto sedici mesi, un tempo record per il tempo. La stessa area circostante venne modificata: quello che era un luogo disabitato ed inutilizzato della città divenne in poco tempo un centro direzionale e residenziale, un vero e proprio polo innovativo e funzionale per Napoli.
Il 9 maggio del 1940 la “I Mostra Triennale delle Terre Italiane e d’Oltremare” venne inaugurata con cerimonia solenne alla presenza di Re Vittorio Emanuele III, ma la mostra realizzata in tempo record chiuse anche in tempo record. Dopo un solo mese dall’apertura l’Italia entrò in guerra, scelta che segnò la fine della Triennale e dell’imperialismo che doveva esaltare. Le bombe iniziarono a precipitare su Napoli distruggendo anche il 60% degli edifici della Mostra d’Oltremare. La chiusura fu inevitabile.
A guerra conclusa, durante la ricrescita economica del nostro paese, si pensò di restaurare gli edifici del complesso e riadattarli. Nel 1952 la Mostra d’Oltremare riaprì come “I Mostra Triennale del Lavoro Italiano nel Mondo”, ma le spese per la messa a nuovo erano state mastodontiche e le entrate non riuscirono a coprirle. Chiuse nuovamente e, per più di quarant’anni, è rimasta una vera e propria struttura fantasma. Soltanto nel 2001, con la creazione dell’Ente “Mostra d’Oltremare” e la collaborazione del Comune di Napoli, il complesso fieristico è tornato a nuova vita, assumendo la funzione di luogo di aggregazione ed intrattenimento per cui era nato.