Di recente, il discorso sui sistemi ferroviari e della logistica dei trasporti in genere, si è sollevato notevolmente per quanto riguarda le linee meridionali e la loro gestione, la manutenzione, il peso del governo centrale.
Una discussione aperta, che tra considerazioni ed analisi, non trova, a quanto pare, soluzioni pragmatiche ed immediate, funzionali al miglioramento.
Ebbene, in proposito alla storicità del problema, una testimonianza circa l’insicurezza di una linea campana, emerge da un racconto che Campiflegreinews ha pubblicato circa due anni fa, ma che oggi è tristemente attuale.
Si tratta del binario unico della Cumana, il quale il 22 luglio del 1972 vide un terribile incidente frontale tra due convogli, scontrati nella galleria tra le stazioni di Cappuccini e Pozzuoli. La causa fu attribuita a un errore nella segnalazione, così come successo in Puglia 44 anni dopo.
A raccontare l’accaduto un testimone, allora bambino, che narra di 7 morti e decine di feriti. Scene di sangue e panico si videro dal “balcone della nonna”.
Cosa accadde quel giorno? chi fu il responsabile della sciagura? Questo a quanto pare non emerge dal documento, ma qualcosa forse di più raccapricciante è stato conosciuto:
“Molti anni dopo il ’72 mi capitò di attraversare il passaggio pedonale a Pozzuoli e per caso mi ritrovai a parlare con l’impiegato del passaggio a livello. Parlammo della tragedia occorsa una ventina di anni prima e gli chiesi come avessero risolto il problema delle “segnalazioni” che all’epoca avevano procurato la sciagura”, si legge nella testimonianza.
La risposta fu questa:
“Per noi nessun problema. Vedi quella busta di plastica attaccata all’imbocco della galleria ? Quando è ammainata non c’è alcun treno in transito, quando sventola vorticosamente un treno la sta percorrendo. Anche i macchinisti hanno imparato il sistema”.
Pertanto, negli anni ’90, quando il bambino di un tempo, ormai cresciuto, si interessò della cause, il sistema di segnalazione era il medesimo di 20 anni prima, ossia una busta di plastica all’imbocco della galleria.
Sono quasi superflue le considerazioni in merito, se si pensa che si sta parlando di una città europea, di una metropoli occidentale appartenente ad un organismo comunitario caratterizzato da tecnologie, innovazioni e politiche urbanistiche sempre in evoluzione. Se si pensa che la vita di migliaia di cittadini, per anni, è dipesa da una busta di plastica. Nonostante la tragedia. Oggi le cose sono solo parzialmente cambiate: il binario unico esiste ancora, la Cumana ha adottato un sistema di segnalazioni moderno, a differenza della Circumflegrea. I convogli restano obsoleti, colpiti da frequenti guasti. La storia, a quanto pare, in Italia non è maestra.