Perché si chiama “frittata di maccheroni” anche se è fatta con gli spaghetti?
Ott 22, 2016 - Domenico Ascione
Frittata 'e maccarune
A Napoli non c’è gita, scampagnata, giornata al mare o viaggio che si rispetti senza una bella fetta di “frittata ‘e maccarune”, la frittata di pasta. Semplicissima da preparare, con pochi ingredienti e tutti a portata di mano, facile da mangiare anche in strada (se non siete troppo schizzinosi per ungervi le mani) e, sopratutto, abbastanza pesante da saziare anche in piccole dosi, la particolare frittata napoletana è il piatto ideale per un pranzo al sacco o per una cena veloce ed economica. Un pugno di spaghetti anche del giorno prima, un paio di uova, parmigiano e pochi minuti in padella per creare una prelibatezza della nostra tradizione.
Come abbiamo detto, solitamente viene realizzata con degli spaghetti e così la troviamo in ogni possibili friggitoria di Napoli e dintorni. Allora perché viene chiamata “frittata ‘e maccarune”? Innanzitutto bisogna considerare che la concezione della frittata, ai giorni nostri, è molto diversa da quella passata. Ormai, capita spesso di bollire gli spaghetti appositamente per realizzare la frittata in modo da ottenere in poche mosse un piatto unico e nutriente, oppure di buttare comunque dosi maggiori di pasta in vista di un possibile frittatone serale, ma un tempo non era così.
La pietanza era soltanto un metodo di riciclo, il modo migliore per non buttare la pasta avanzata ed avere del cibo caldo e diverso anche per il giorno successivo. Ovviamente, il sistema non veniva utilizzato solo per gli spaghetti, ma per ogni tipo di pasta, che fosse o meno già condita. Anzi, a nostro avviso una frittata di pasta realizzata con maccheroni al ragù avanzati è decisamente più buona rispetto ad una realizzata con spaghetti in bianco preparati al momento.
Senza divagare oltre sui gusti personali, torniamo all’origine del nome. Fino a meno di un secolo fa, sia in italiano che in napoletano, non esistevano definizioni per qualunque tipo di pasta, come oggi. Maccheroni o “maccarune” veniva, quindi, usato per definire genericamente la pasta, riferendosi alla semplice trasformazione del grano e non ad una particolare tipologia. Ferdinando IV, ad esempio, amava mangiare ‘e maccarune con le mani, come tramandano numerosi storici, ed in questo caso per maccarune si intendeva proprio gli spaghetti. Altro esempio è la storica scena di “Un americano a Roma”, dove Alberto Sordi, avanti ad un enorme piatto di spaghetti, pronuncia la celebre battuta: “Maccarone, m’hai provocato e io ti distruggo adesso, maccarone! Io mo te magno…!”.