Napoli. La madre di Fortuna accusa il ginecologo: “Non credo alle violenze sessuali”
Dic 09, 2016 - Redazione
Napoli – “Mia figlia parlava ma non ha mai detto niente a me, alle maestre, alle assistenti sociali. Mi ha solo parlato di bruciori, davanti, e andammo dalla dottoressa che mi diede della pomata senza visitarla: io non credo alle violenze sessuali. L’unico errore fatto è stato non nominare un perito quando è stata fatta l’autopsia” ha detto Domenica Guardato nell’udienza del processo sull’omicidio della figlia, Fortuna Loffredo, lanciata nel vuoto, il 24 giugno 2014, dall’ottavo piano nel parco Verde di Caivano.
Una dichiarazione che arriva pochi minuti dopo la deposizione del ginecologo che per primo ha constatato le condizioni della piccola dopo il decesso. Una testimonianza che in poche ore ha invaso giornali e web per la sua crudezza: il dottore ha ammesso che in tutta la sua esperienza medica decennale ha visto poche volte condizioni tanto gravi come quelle della piccola Fortuna che, addirittura, avrebbe raggiunto l’incontinenza fecale a causa degli abusi.
Una realtà confermata anche dai periti psichiatrici intervenuti all’udienza che hanno analizzato principalmente i disegni della bambina: secondo la loro versione, infatti, inibita dal parlarne per pressioni familiari e sociali la vittima avrebbe sfogato il dolore per le violenze subite nei suoi disegni. Su quei fogli ci sarebbe, quindi, una disperata richiesta d’aiuto e l’unica alternativa ad una realtà tanto disperata.
Tutto questo, però, sembra non esser stato preso minimamente in considerazione dalla Guardato. La madre di Fortuna continua a sostenere la sua versione, negando qualunque violenza sessuale e sconfessando ogni perizia. Ad oggi, la verità del Parco Verde viene ancora sotterrata e camuffata da paura, omertà ed ignoranza, mentre le piccole vittime aspettano ancora che venga fatta giustizia sulla loro morte e la loro dignità.