Tra le tante leggende che caratterizzano il già ricco sostrato culturale e tradizionale di Napoli, uno dei racconti più avvincenti ed, allo stesso tempo, tragici è quello di Nisida e Posillipo. Oggi questi nomi richiamano alla mente una delle località più belle del capoluogo campano. Leggenda vuole che questi luoghi prendano il nome dai due protagonisti di questo racconto.
Posillipo era un “giovanetto leggiadro e gentile” che viveva una vita serena e felice. Egli, grazie alla sua natura disponibile, era molto ben voluto dalle persone che lo conoscevano le quali cercavano sempre la sua compagnia. Quella che all’apparenza sembrava una vita spensierata e tranquilla venne però turbata dal peso di un amore impossibile.
Il giovane, infatti, si innamorò perdutamente di una donna che, nonostante le dure pene che questo amore causò all’animo buono di Posillipo, non corrispose mai al corteggiamento del ragazzo. Costei era Nisida, una donna di campagna, la quale aveva ricevuto in dono dal destino una bellezza corporale fuori dal comune, ma a tale avvenenza esteriore, però, non corrispondeva una bellezza e purezza d’animo.
Nisida era la classica ammaliatrice che freddamente incantava le sue vittime facendole cadere nella rete di un amore non corrisposto solo per il gusto di causare loro sofferenza, al fine di compiacere la propria natura malvagia.
Ignaro di tutto questo il giovane Posillipo tentò invano di intrecciare una relazione amorosa con la donna, ma nulla scalfì il cuore di pietra di lei. Tormentato dall’impossibilità di quell’amore ed incapace di vivere la propria esistenza, in serenità, nello stesso luogo dove anche quella donna risiedeva, Posillipo decise di commettere un gesto inconsulto, e con l’intento di togliersi la vita si gettò in mare.
Il fato aveva, però, un progetto differente in serbo per il giovane che venne tramutato in un promontorio dove, perennemente, le onde del mare avrebbero infranto ed esaurito la propria corsa. Anche Nisida ebbe un destino analogo e dall’epilogo prodigioso, venne infatti trasformata nello “scoglio” posto proprio dirimpetto al promontorio nel quale il giovane era stato tramutato.
I due personaggi divennero così due entità morfologiche distinte ma accumunate dallo stesso magico epilogo delle loro vite e destinati a restare l’uno vicino all’altra. Posillipo il promontorio che domina sul mare, avrebbe perennemente osservato Nisida, l’isolotto sottostante.
L’istmo che separa fisicamente le due compagini diviene emblema, in qualche modo, di quell’amore al quale non è mai stata data possibilità di esistere. Due mondi che si sfiorano ma che non sono mai destinati a toccarsi concretamente.
Se il promontorio di Posillipo, però, oggi viene identificato come il luogo dov’è possibile godere di una delle più belle viste panoramiche di Napoli e dove c’è la possibilità di divertirsi e spendere ore felici, Nisida, forse proprio a causa della cattiveria della persona dalla quale prende il nome, è stata scelta per essere luogo di eterna prigionia ed infelice dimora di persone che si sono macchiate di reato.