Camorra, le intercettazioni dei baby boss: “Si spara più a Napoli che a Baghdad”


Qua dietro, una settimana è stato Baghdad… Nemmeno in Iraq sparavano tanto quando entravano qua dietro“. A parlare è Gennaro Buonerba, boss dell ominimo clan, legato alla cosca dei Mazzarella, colpito ieri da cinque ordinanze di custodia cautelare per omicidio e tentato omicidio. Le intercettazioni ambientali, pubblicate in queste ore, raccontano di un clima da far west, una vera e propria guerra messa in atto dai gruppi camorristici a Napoli.

I fatti risalgono all’estate del 2015, quando iniziarono le stese in pieno centro storico, tra omicidi e ferimenti. In un’intercettazione ne parlano Gennaro Buonerba ed Emilia Sibillo (solo omonimo di Emanuele Sibillo, assassinato a 20 anni in via Oronzio Costa, “casa” dei Buonerba) impegnati nella lotta al clan rivale Sibillo, e intenti ad organizzare nuove stese.

Ha ragione quello, ci siamo addormentati – spiega Sibillo – Così è stato – risponde Buonerba – tutti i giorni dovevi continuare a sparare… Pure se non riuscivi a pigliare a nessuno, dovevi andare dentro Forcella e sparare tutti i giorni. Noi gli abbiamo dato modo di rafforzarsi. Qua dietro, una settimana è stato Baghdad… Nemmeno in Iraq sparavano tanto quando entravano qua dietro“.


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