Napoli -La Cala di San Pietro ai due Frati, detta semplicemente Baia dei due Frati, è un tratto di costa situato al margine estremo di Posillipo. Secondo la tradizione cristiana in quel luogo sarebbe sorta una cappella dedicata a San Pietro Apostolo. Una vera e propria chiesa votiva sorta in epoca paleocristiana a seguito dall’arrivo a Napoli del primo apostolo. Si ipotizza persino che l’antica costruzione sia stata inglobata dalla chiesa di Santa Brigida del 1573. Tuttavia, Benedetto Croce smentì l’esistenza di tale cappella in “Leggende di luoghi ed edifizi di Napoli”.
In ogni caso, la cappella sarebbe sorta proprio dietro agli scogli denominati “i due Frati”. Il termine “frati” è stato, per questo motivo, interpretato come “monaci” o “guardiani”, a simboleggiare il modo in cui si ergono tutelando il luogo sacro dai flutti e dalle onde. Eppure altri intendono la parola in modo più napoletano: “frati” starebbe quindi ad indicare due fratelli. Alla base di questa interpretazione c’è un’antica e drammatica leggenda.
Tutto iniziò in una notte di tempesta, quando una barca di pescatori stava per schiantarsi in balia delle onde sulla scogliera.
Sulla collina di Posillipo, però, abitavano due giovani e forti fratelli, Carmine e Luigi, che, su consiglio della madre, si lanciarono in mare per salvare i naufraghi. Nonostante l’abilità, i giovani marinai riuscirono a salvare solo una ragazza bellissima, Concetta, mentre gli altri due pescatori, il padre ed il fratello, annegarono.
Concetta, rimasta orfana e sola, venne accolta in casa dei suoi salvatori come una terza figlia, ma le attenzioni di Carmine e Luigi andarono presto oltre l’amore fraterno: entrambi si innamorarono di lei ed iniziarono un corteggiamento serrato, dichiarandosi entrambi. Dapprima, la ragazza titubò per non far torto a nessuno dei due, poi decise finalmente di dare il suo cuore a Carmine. Luigi non accolse bene le sconfitta e non smise di corteggiare Concetta, inimicandosi l’amato fratello.
Le attenzioni di Luigi, purtroppo, si trasformarono presto in fatti. La notte di Carnevale, durante il ballo in maschera, il giovane, camuffato, rapì la donna. Tenendola in spalla la caricò sulla barca e provò a scappare con lei in mare. Carmine, però, aveva visto tutto… o quasi. Aveva visto un uomo mascherato rapire la sua amata, ma non aveva capito chi fosse quell’uomo. Come una furia raccolse un pugnale e si lanciò all’inseguimento.
Prima che Luigi prendesse il mare aperto, Carmine salì su uno scoglio e con un balzo si lanciò sulla barca conficcando la lama nel cuore del rapitore. Solo allora si rese conto di aver appena accoltellato suo fratello, solo quando era troppo tardi. Sopraffatto dal dolore estrasse la lama, la girò e si trafisse il cuore. Nulla si conosce circa la fine di Concetta: alcuni sostengono che morì di dolore poco tempo dopo, altri che, sopraffatta dai sensi di colpa, si tolse la vita.
In più modi gli scogli si legano a questa triste vicenda. La prima diceria è che i fantasmi di Luigi e Carmine siano ancora sullo scoglio più grande cercando la bella Concetta. La seconda vuole che in una notte di tempesta, un fulmine colpì lo scoglio dal quale balzò Carmine dividendolo in due, simboleggiando la divisione fra i due fratelli. Alcuni credono addirittura che durante la notte del 29 giugno, in cui si commemorano San Pietro e San Paolo, i due scogli si scambino di posto nel mare.