Il porto di Napoli, tra i più antichi dell’area mediterranea, è una delle principali risorse dell’economia campana. Il molo Beverello è la parte del porto utilizzata per lo scalo dei mezzi veloci di linea che collegano Napoli con le isole del Golfo: Ischia, Capri, Procida, Ponza e Ventotene.
Situato nel cuore della città partenopea, proprio di fronte al Maschio Angioino, è chiamato così per le colline che da Pizzofalcone vanno a mare e che furono dette “Bibirellum” per la notevole quantità d’acqua.
Sul web circolano anche altre versioni non confermate: una di queste identifica il molo come un attracco privato di barche del popolo per la presenza di una sorgente dove poter attingere acqua (piccolo bevere, beverello); un’altra, invece, fa risalire il nome alla presenza di una sorgente che finì per prosciugarsi lasciando la spiaggetta del molo invasa solo da acqua di scolo a mare, utilizzabile quindi esclusivamente per il bevere degli animali.
La prima ipotesi sulle origini del toponimo è comunque la più accreditata e mette d’accordo più fonti.
Il Molo Beverello è attualmente inserito in un progetto di riqualificazione in vista delle Universiadi 2019: sono previsti nuovi gates per l’imbarco ma soprattutto una passeggiata lungo il Porto.
Solo per completezza, ricordiamo che l’altro molo, il molo Angioino, è destinato all’approdo delle navi da crociera, e vanta la famosa Stazione Marittima, la più vasta del globo con i suoi 12 km quadrati di superficie e i 10 approdi per navi di grande e medio tonnellaggio.
Fonti: lab.paolacetti.it; Wikipedia; linkabile.it.