Il parco Merola a Ponticelli è a tutti ormai noto come il parco dei Murales. Nella zona est di Napoli una rete di organizzazioni sociali, culturali e di volontari nel 2015 hanno iniziato un progetto di riqualificazione artistica e di rigenerazione sociale. Il tutto è partito su iniziativa e cura esclusiva di INWARD. Il parco dei murales attualmente conta 6 opere di Street Art e in questo periodo è in corso una raccolta fondi per la realizzazione di un altro murales.
Ogni attacco di Street Art è stato realizzato da un artista diverso ed ognuno di questi descrive un tema o un argomento in sintonia con le esigenze dei residenti del luogo e del quartiere. La prima opera ad essere stata realizzata è quella di Jorit AGOch intitolata “Ael. Tutt’egual song’ e criature”: questa è nata in occasione della “Giornata Internazionale dei Rom, Sinti e Camminanti” e rappresenta una bimba rom che ha sperimentato con timida gioia l’esperienza scolastica.
“Ael” fissa l’importanza dell’accoglienza e dell’integrazione, così segnando un punto di ripartenza dell’intero territorio (anni addietro i campi rom in zona furono dati alle fiamme ed Ael, realmente esistente, fuggì da Ponticelli abbandonando così la scuola che aveva iniziato a frequentare).
La seconda è quella prodotta da Zed1 intitolata “A’ pazziella ‘n man e’ criature”: l‘opera è una rappresentazione dell’importanza e della qualità del gioco per i minori. Qui vi è raffigurato un gioco tradizionale schiacciato da un videogame. L’opera è stata prodotta grazie al sostegno del Rotary Club Campania Napoli e suggerisce quanto l’alienazione per abuso del digitale sia amplificata in contesti periferici, mentre il recupero del gioco fisico, analogico, tradizionale e di gruppo sarebbe molto importante.
A seguito della sua produzione, sono stati donati per i ragazzi del parco quattro jumper mobili. Il terzo murales è stato realizzato da Mattia Campo Dall’Orto ed è intitolato “Lo trattenimento de’ peccerille”: l’opera riflette sulla lettura come stimolazione della fantasia e ripensamento creativo della realtà. Un segnale di rinuncia alla predestinazione dei minori di periferia, supportato dal Forum della Gioventù della Regione Campania, che stimola la creazione di nuovi percorsi di crescita.
I bambini raffigurati, realmente viventi nel parco, hanno la facoltà di trasformare l’ordinario del proprio quotidiano in straordinario, ad esempio leggendo “Lo Cunto de li Cunti” (il libro nelle mani dei bimbi). La quarta opera è stata realizzata da Rosk&Loste ed è intitolata “Chi è vuluto bene nun s’o scorda”: il murales è l’unico ideato a quattro mani ed è un omaggio al gioco del calcio che bambini e ragazzi del parco praticano nel cortile.
Dietro questa c’è il sogno di tutti i ragazzini del parco che quello spazio di cemento dove giocano tramuti in un regolare campetto di calcio. Il murales raffigura le due maglie, quella dell’Argentina e del Napoli di Maradona, presumibilmente indossate dagli attuali genitori quando erano a loro volta bambini.
La quinta opera è stata ideata da La Fille Bertha ed è chiamata “‘A mamm’ ‘e tutt’ ‘e mamm’”: l’artista sarda si è focalizzata sul tema della maternità. Difatti ha rappresentato una coloratissima icona femminile che protegge ed accoglie due minori nelle ali del suo ampio mantello. Una rivisitazione della “Madonna della Misericordia”, dipinta da Piero della Francesca, che vuole celebrare il valore sociale della maternità come dono.
La sesta è ad oggi l’ultima opera presente nel Parco, è stata realizzata da Daniele Hope Nitti ed è intitolata “Je sto vicino a te”: quest’ultima, che vuole essere anche un omaggio al grande Pino Daniele, illustra il tema della solidarietà. Su un incantevole sfondo blu stellato, è rappresentato un piccolo villaggio, metafora di una condizione sociale ideale dentro cui, tra case e ponti, sono stati disegnati bambini, ragazzi e adulti intenti a svolgere anche le più semplici mansioni di vita quotidiana, insieme.
Per chi ancora non l’avesse fatto, vi invitiamo a fare un giro nel parco dei murales per osservare queste splendide opere d’arte urbana da vicino.