Il primo “miracolo” di San Gennaro nel 2018 è avvenuto in maniera più che puntuale. Il prodigio primaverile, atteso per il sabato precedente alla prima domenica di maggio, ricorda la traslazione delle spoglie del vescovo di Benevento, dall’Agro Marciano alla Catacombe dette – oggi – di San Gennaro.
Sabato 5 maggio il sangue è stato visto sciolto non appena le ampolle sono state inserite nel reliquiario, alle ore 17:03. Un miracolo, o meglio prodigio, estremamente discusso al quale la scienza non ha tuttavia saputo dare spiegazione. Almeno fino ad oggi. Così la liquefazione del sangue di San Gennaro resta l’evento più atteso dal popolo napoletano.
Grande la festa nel tragitto dal Duomo fino a Santa Chiara, passando per Forcella e Spaccanapoli. In testa alla processione, quasi in prima fila, Emanuele Filiberto di Savoia, discendente di quel Vittorio Emanuele II, primo re d’Italia, che pose fine ai sei secoli in cui Napoli fu una capitale. In presenza dei regnanti sabaudi San Gennaro non aveva mai compiuto il miracolo, stavolta è stato diverso: forse è passato troppo tempo per avere rancore, o forse ci sono cose ben più importanti alle quali pensare, oggi, per farsi distrarre da un eterno principino che aspira a diventare star della TV.
Ha sorpreso tutti l’assenza di Luigi de Magistris, molto atteso in verità dalla gente. «Addò sta Giggino?», «’O sinnaco quanno vene?»; «Ma pecché de Magistrìs nun ce sta?»; era questo il tema dominante tra i partenopei che volevano il proprio sindaco alla processione, data la presenza del savoiardo. Quando le assenze sanno essere più ingombranti delle presenze.
Eppure c’è qualcosa a cui nessuno ha fatto caso, probabilmente perché è una costante, oppure perché a nessuno interessava. Stiamo parlando del popolo napoletano in festa, dai bambini curiosi e sorpresi ai vecchietti commossi come se il miracolo lo avessero visto per la prima volta.
In febbricitante attesa, all’esterno dei vasci dove abitano, anche i nuovi napoletani, quelli provenienti da nazioni lontane e che tuttavia hanno San Gennaro nel cuore, come non lo ha invece chi magari è nato qui ma ha disimparato ad andare oltre la fede, oltre la regione, dimenticando che in definitiva la storia di San Gennaro si identifica con quella di Napoli e, perciò, dei napoletani. San Gennaro non sarebbe lo stesso senza i napoletani, i napoletani non sarebbero gli stessi senza San Gennaro: non è una questione di religione, ma di identità, di simboli.
Vi lasciamo, a questo punto, con le immagini scattate durante la processione. I meravigliosi ed emozionanti volti di San Gennaro:
Testo e foto: Francesco Pipitone