Alcuni extracomunitari si sono armati di scope e palette ed hanno deciso di ripulire viale Michelangelo al Vomero. No, non è fantascienza, non è una semplice réclame ad opera di “sinistroidi radical chic, ma è pura realtà. Proprio loro, i migranti, spesso additati come un “cancro” per la città, hanno deciso di ridare decoro alla città che li ospita, facendo ciò che gli originari del posto non fanno. Anzi, spesso contribuiscono al degrado.
Non si tratta inoltre di un caso isolato: se ne segnalano diversi sempre al Vomero, a Fuorigrotta e in altre zone sia di Napoli che della Provincia.
Inoltre, come segnalato in un post su Facebook da Paola Barbuto, i rifiuti raccolti vengono “trasformati” in oggetti di artigianato, in un paese come l’Italia dove lo spreco la fa da padrone. Il gesto fa comprendere ancora di più che fare “di tutta l’erba un fascio” è cosa molto poco intelligente e che, ancor prima di chiedere a gran voce la chiusura dei porti, bisognerebbe aprire la mente e il cuore.
L’aumento dei flussi migratori verso l’Italia viene spesso (purtroppo) presentato come un problema da risolvere, soprattutto per la stabilità e il “vivere bene” degli italiani, quasi depredati (in ogni campo) dagli extracomunitari. Eppure, proprio queste persone, come visto, ci invitano a riflettere (forse inconsapevolmente), dandoci una piccola lezione di civiltà, civiltà che dovrebbe appartenere a tutti e che va oltre il colore della pelle, la religione, l’orientamento sessuale.
Certo, l’immigrazione ha bisogno di regole e così com’è la normativa non è adeguata. Delle soluzioni vanno trovate per mettere fine alla tratta di esseri umani. L’odio e il razzismo, tuttavia, bisognerebbe chiuderli a chiave in un cassetto da non riaprire mai più.