Napoli – L’arte della lavorazione del corallo è stata per secoli un primato assoluto per Torre del Greco. Tantissime erano le famiglie note per la dedizione all’“oro rosso”. Secondo quanto risulta dagli atti custoditi alla Camera di Commercio del Comune di Napoli, la più antica manifattura di Torre del Greco è la ditta Ascione, nata nel 1815. Il capofamiglia, Domenico Ascione, era armatore di “coralline”, le navi che pescavano il corallo nel Mediterraneo quando ancora tale pratica non era illegale.
Fu il figlio Giovanni a pensare di trasformare l’attività lavorando il materiale appena arrivato in città. Ben presto il marchio Ascione divenne famoso in tutto il mondo, al punto che gli artigiani divennero i rifornitori ufficiali dei Borbone. Addirittura, in segno di riconoscenza, alla famiglia fu consentito di introdurre lo stemma reale all’interno del loro marchio di lavorazione.
Oggi Torre del Greco sta lentamente perdendo il primato sul corallo e molte delle antiche ditte non esistono più o non hanno più la stessa importanza, ma le testimonianze del glorioso passato restano. Nella città corallina, all’interno dell’Istituto Degni esiste un Museo del Corallo con creazioni meravigliose. Anche a Napoli, però, esiste un simile museo che raccoglie principalmente le migliori opere prodotte dalla ditta Ascione nei decenni.
Il museo ha sede al secondo piano della Galleria Umberto I, a Napoli, nelle sale che affacciano sul Teatro San Carlo. Il percorso museale traccia la storia, attraverso l’esposizione di documenti originali e delle più significative creazioni, dell’azienda torrese dall’Ottocento fino al moderno e al contemporaneo.
Lo spazio museale è articolato in due sezioni: nella prima, di tipo didattico, sono presentati rami di corallo di diversa provenienza e tipologia, gli antichi sistemi di pesca, gli antichi utensili per la lavorazione, numerose collane nei vari tagli e stili, i mercati ai quali erano e sono destinate. Uno spazio è dedicato anche alla lavorazione del cammeo: le conchiglie, gli strumenti, le fasi di lavorazione, gli oggetti finiti danno al visitatore un quadro completo ed esaustivo di questa particolarissima arte.
La seconda sezione è dedicata alla gioielleria: sono in mostra più di 300 oggetti in corallo, cammei, pietra lavica, testimonianze di una rara e raffinata produzione che va dagli inizi del XIX secolo agli anni Quaranta del secolo scorso. Il percorso è corredato da una ricca documentazione cartacea e fotografica che illustra l’attività dell’azienda e i suoi numerosi riconoscimenti per la qualità e l’originalità dei suoi gioielli.
Le visite al museo sono possibili, previa prenotazione, il lunedì dalle 16.30 alle 19.30 e dal martedì al sabato dalle 10.30 alle 13.00 e dalle 16.30 alle 19.00. La domenica è chiuso. Il costo del biglietto è di 5 euro.
Fonte: www.beniculturali.it