‘O Cuonzolo: perché si portano zucchero e caffè a casa dei defunti?


La morte di un familiare è sempre un momento drammatico e confusionale. Oltre al dolore si aggiungono tanti altri accorgimenti ed impegni altrettanto difficili come la preparazione del funerale, la cura della salma, il dover accogliere le inevitabili e numerose visite di condoglianze. In una situazione del genere nessuno ha la forza, la voglia e il tempo di preparare da mangiare o, persino, di fare una spesa.

Per sopperire a questo bisogno, a Napoli e in tutto il meridione, è nata la tradizione del “cuonzolo”. Il termine deriva evidentemente da “consolare”, ma non è chiaro in quale forma dialettale si sia trasformato. Consiste, semplicemente, nel portare qualcosa da mangiare alla famiglia del defunto nel momento in cui si va a casa per le condoglianze: un piccolo supporto che si vuol dare alla famiglia, rimettendoli in forze e facendo mangiare almeno qualcosa di buono.

Il principio è semplice, ma, in realtà, ci sono vari tipi di cuonzolo. Le differenze dipendono essenzialmente da due fattori: vicinanza della persona alla famiglia e momento in cui avviene la visita. Generalmente, infatti, la prima forma avviene la mattina presto, dopo che la famiglia si è raccolta la notte intorno al  caro estinto.

Un parente prossimo che, magari, è tornato a casa la sera prima solo per cambiarsi e riposare ritorna portando un vassoio di dolci e ingenti quantità di caffè caldo già preparato. Questo tipo di cuonzolo serve sia a dare la carica alla famiglia prima di un altro difficile giorno, sia ad avere già qualcosa da offrire a tutti quelli che arriveranno nelle ore successive. Il problema è che non sempre uno solo ha questa idea: in genere le case si riempiono a prima mattina di vassoi di cornetti e sfogliatelle, con bocce di caffè destinate a farsi fredde fino a sera.

Il cuonzolo più importante, però, è quello che arriva nel corso della giornata. Vicini, familiari e amici tendono a portare vettovaglie affinché la famiglia possa pranzare e cenare senza dover preparare o comprare nulla: mozzarelle, gateau di patate, minestre calde e metri di pizza vengono accatastati per poi essere consumati in giornata e, vista la mole, nei giorni successivi al lutto.

Questi aiuto abbiamo visto che sono utili e quasi indispensabili per la famiglia del defunto, ma l’usanza prosegue anche nei giorni successivi al funerale. Chi non è andato al funerale o in casa tende a passare nelle settimane successive per le condoglianze, ma, nonostante lo stato di necessità sia finito, comunque non è educato che si presenti a mani vuote. E’ qui che entra in gioco il famoso cuonzolo di “zucchero e caffè”.

Questi visitatori, generalmente conoscenti e familiari meno affezionati, vengono immancabilmente muniti di pacchi di caffè in polvere, pacchi di zucchero e, alle volte, scatole di biscotti o di cioccolatini. Il principio è sempre quello di portare sostentamento alla famiglia, ma perché proprio queste cose? Semplice. Perché non conoscendo le necessità della famiglia si tende a regalare le due cose che fa sempre comodo avere in casa e che possono conservarsi anche per lunghissimo tempo: zucchero, caffè e biscotti in scatola.


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