Ogni anno, a dicembre, nella città di Napoli tiene banco sempre la medesima notizia: l’albero rubato dalla Galleria Umberto I. Una riprovevole tradizione che si è ripetuta puntuale anche quest’anno: semplice bravata occasionale da ragazzini o una vera e propria usanza messa sistematicamente in atto da delinquenti?
Una doverosa premessa: questo articolo intende semplicemente spiegare, non giustificare. Il furto dell’albero in Galleria Umberto per noi è un fatto grave, che sporca l’immagine della città. Tuttavia, se capiamo certe dinamiche, possiamo evitare che determinate conseguenze si verifichino.
Forse non tutti sanno, o hanno dimenticato, che il 17 gennaio si festeggia Sant’Antonio e, tradizionalmente, in quel giorno si usa accendere un falò. Ebbene, in molti quartieri di Napoli la raccolta della legna per questo falò è un rito che ci si tramanda da sempre.
Sono i bambini a girovagare per la città in cerca di legna per l’occasione, una ricerca che diventa ossessione e sfocia spesso in atti di criminalità. I ragazzini sfuggono al controllo di genitori decisamente poco attenti alle sorti dei figli, che individuano aree dove accumulare legna in maniera spesso abusiva. Non di rado capita che questi depositi improvvisati vadano in fiamme, e non sono nemmeno rari episodi di aggressioni di bande di ragazzini nei confronti dei rivali. In queste occasioni, infatti, si creano delle vere e proprie bande in competizione tra di loro.
A spiegare queste dinamiche è un documentario degli artisti Cyop&Kaf, che ha lo scopo di raccontare Napoli attraverso gli occhi dei bambini.
Anche quest’anno, perciò, a fare le spese di un’azione che potrebbe essere giustificata con il folclore ma che invece è pura delinquenza, è ancora una volta la città di Napoli, la cui immagine non ricava certo giovamento.